PENA GIA’ SCONTATA MA VIENE ARRESTATO LO STESSO

16/11/2009 di

di MARCO CUSUMANO *

Un uomo viene arrestato per il possesso di due fucili da caccia, sconta la condanna a un anno e torna in libertà. Ma i carabinieri lo arrestano nuovamente per evasione dai domiciliari. E’ successo l’altra sera a San Felice Circeo dove vive Michele Mastrodomenico, 39 anni, già finito in manette il 28 ottobre 2008 con l’accusa di aver violato la legge sulle armi e di aver ricettato un fucile.

Per quella vicenda Mastrodomenico è stato processato e condannato, in primo grado dal giudice Tiziana Coccoluto, a un anno e sei mesi e successivamente, in secondo grado, a un anno di reclusione. I giudici della Corte d’Appello, leggendo la sentenza di condanna a un anno, evidenziarono il fatto che la pena era stata già scontata dall’imputato che quindi fu immediatamente liberato su disposizione degli stessi giudici. Ma forse questo “dettaglio” non è stato comunicato ai carabinieri che, trovandosi davanti a Mastrodomenico, lo hanno arrestato per evasione dai domiciliari. Il suo avvocato, Pasquale Cardillo Cupo, è subito intervenuto segnalando la sentenza con la quale i giudici hanno disposto l’immediata liberazione di Mastrodomenico, ma ciò non è servito a nulla: l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Latina e sarà processato oggi per direttissima.

 

«E’ una vicenda scandalosa – commenta l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo – mi domando se viviamo davvero nella Repubblica delle banane!». Il legale ha annunciato una serie di iniziative per denunciare quanto accaduto, soprattutto per il fatto che, secondo la sua versione, nonostante la segnalazione della sentenza nessuno abbia verificato l’esistenza del dispositivo emesso dalla Corte d’Appello di Roma con il quale si disponeva la liberazione immediata di Mastrodomenico, visto che la pena di un anno era già stata scontata. Se tutto ciò fosse confermato si tratterebbe di un grave episodio di “malagiustizia” che potrebbe provocare azioni legali e ulteriori strascichi. Ma soprattutto sarebbe un altro duro colpo all’immagine di una Giustizia che funziona sempre più con difficoltà. (* Il Messaggero 16-11-2009)