RAGAZZA MORTA, TRE CARABINIERI DAL GUP DI RAVENNA

11/11/2009 di

Due chiederanno di essere giudicati per rito abbreviato mentre il terzo discuterà la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura. È quanto trapelato dalla prima udienza preliminare contro tre carabinieri all’epoca dei fatti in servizio a Ravenna (un alto ufficiale in pensione, un ex vicebrigadiere e un sottufficiale ancora in attività), accusati di avere insabbiato nel 2000 le indagini sulla morte della ragazza di un confidente spacciatore, omettendo nel loro rapporto il contenuto dei tabulati telefonici e dichiarando che il corpo della giovane non presentava segni di violenza al contrario di ciò che invece emergerebbe dalle foto.

Per un quarto sottufficiale, indagato a ottobre 2007 e tutt’ora in servizio a Ravenna, era stata invece chiesta l’archiviazione. Nella prossima udienza fissata per metà febbraio verranno formalizzate le richieste per il rito. Secondo le indagini coordinate dal Pm Cristina D’Aniello, gli accusati avrebbero
agito per per coprire l’ex vicebrigadiere – un quarantaseienne di Latina difeso dall’avvocato Giovanni Scudellari – che aveva avuto contatti con la donna.

L’altro sottufficiale – un trentottenne della provincia di Ragusa difeso dall’avvocato Daniela Chillè – avrebbe compilato il verbale finale poi firmato dal suo superiore, un sessantacinquenne della provincia di Pesaro-Urbino difeso dall’avvocato Florinda Orlando. Per tutti le accuse sono a vario titolo di falsità ideologica e materiale, occultamento e distruzione di documenti.