PREVISTE 24 NUOVE CARCERI, ANCHE A LATINA

03/11/2009 di

Ed anche quota 65mila è stata sfondata. Con la freddezza dei numeri, l’ultima rilevazione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, fotografa una situazione che lo stesso capo del del Dap, Franco Ionta, nel piano carceri più volte annunciato come imminente dal Guardasigilli Angelino Alfano, ha definito da «emergenza nazionale».


I detenuti, ad oggi, sono 65.225 – contro un limite di tollerabilità di 63.568 posti – e di questi 24.085 (circa il 37%) sono stranieri, mentre 31.346 (il 50% del totale) in attesa di giudizio. Troppi. Tensioni, carenza di agenti, suicidi (il più eclatante quello della neobrigatista Diana Blefari Melazzi) o morti sospette (il caso Stefano Cucchi) hanno indotto Ionta a prendere carta e penna per invitare il personale penitenziario a «mantenere i nervi saldi» e a «lavorare con lucidita».

Tutto questo in vista del piano carceri che il governo dovrebbe esaminare in settimana, o la prossima, in consiglio dei ministri. ‘La preoccupazione per l’ordine e la sicurezza pubblici, le manifestazioni di protesta dell’estate, l’attenzione da parte dei media e di numerosi parlamentari- scrive Ionta nell’ultima versione del piano carceri, datata 13 ottobre – sostanziano, all’evidenza, una situazione di emergenza e legittimano l’intervento eccezionale«. Che però non potrà più realizzarsi attraverso indulti o amnistie (la Lega non lo consentirebbe) ma con la costruzione di nuove carceri, per arrivare, entro il 2012, a 21.479 posti in più. Il piano prevede la realizzazione di 24 nuovi penitenziari, di cui 9 ‘flessibilì (vale a dire di prima accoglienza o destinati a detenuti con pene lievi, con controlli sulle mura di cinta affidati alla sola videosorveglianza) costruiti nelle grandi aree metropolitane (Milano, Napoli. Bologna, Torino, Firenze, Roma, Genova, Catania e Bari), a cui se ne aggiungono altri 8 in aree strategiche (Pordenone, Pinerolo, Paliano, Bolzano, Varese, Latina, Brescia e Marsala), anch’essi ‘flessibilì e ciascuno da 450 posti, per una spesa totale di 408 milioni di euro,e da realizzare seguendo le procedure veloci utilizzate per le nuove case dell’Aquila.

E ancora: altre 7 carceri ‘tradizionalì sono previste a Roma, Milano, Nola, Sciacca, Sala Consilina, Venezia e Savona (4.429 posti e 613milioni di euro totali), ai quali si sommeranno 47 nuovi padiglioni in penitenziari già esistenti. L’intera operazione vale circa 1,4 miliardi di euro. Per fare ciò, Ionta punta a diventare commissario delegato, con la possibilità di nomina di consulenti, e con il potere di secretare le procedure di affidamento dei contratti pubblici per la costruzione delle nuove carceri, selezionando – attraverso documentazione »riservatissima« – le aziende e gli operatori interessati agli appalti. Nel piano è stata infine introdotta l’ipotesi di una modifica al codice penale su cui, però, Lega sembra debba ancora sciogliere la riserva: come ulteriore intervento di alleggerimento del sovraffollamento carcerario si pensa di concedere, con una procedura semplificata, gli arresti domiciliari ai detenuti che hanno un residuo di pena non superiore a un anno di carcere (ad esclusione dei condannati per reati gravi e per cui è previsto l’arresto in flagranza). Nel caso in cui il detenuto beneficiario di questa misura dovesse fuggire, allora l’evasione verrebbe punita più severamente, fino a un massimo di tre anni di carcere. In questo modo i penitenziari potrebbero essere così alleggeriti di circa 2-3mila detenuti.