NUCLEARE, I SINDACI: SICUREZZA DEGLI IMPIANTI ESISTENTI PRIMA DI PENSARE A QUELLI NUOVI
Dismissione e messa in sicurezza degli impianti nucleari esistenti, una campagna di comunicazione capillare per informare i cittadini sulla reale situazione dei siti e un chiarimento sulla possibilità di esportare all’estero il materiale di combustione delle centrali nucleari. Sono queste le principali richieste che i sindaci dei Comuni sedi di servitù nucleare hanno portato all’attenzione della Sogin rappresentata nell’incontro odierno dal nuovo commissario Francesco Mazzuca. Capitanati da Fabio Callori, sindaco di Caorso e presidente della Consulta Anci sulle servitù nucleari, all’incontro erano presenti i rappresentanti dei Comuni di Latina, Saluggia, Rotondella, Sessa Aurunca, Trino Vercellese e Bosco Marengo.
I sindaci hanno quindi posto all’attenzione del neocommissario le esigenze dei loro territori. «Se non dismettiamo correttamente il vecchio – ha esordito Callori – il nuovo nucleare rischia di partire zoppo. Ribadiamo quindi a Sogin la nostra esigenza di una riqualificazione trasparente e veloce perché si è perso già troppo tempo visto che il nucleare in Italia è fermo dal 1987». Per il sindaco di Caorso, inoltre, serve una «campagna di comunicazione puntuale e a tutto campo, dalle scuole fino agli anziani, perchè i cittadini che abitano le zone a ridosso delle centrali devono avere informazioni corrette altrimenti si rischiano pericolose strumentalizzazioni». Presente all’incontro anche il sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, per il quale «le nostre rischiano di diventare servitù perenni se non si corre subito ai ripari. Il territorio ha avuto danni pesanti dal nucleare, i cittadini li hanno subiti ma entrambi non hanno ricevuto alcun ristoro».
Ristoro che per Zaccheo dovrebbe venire «dai soldi del decreto Scanzano del 2003 che parlava di misure di compensazione economica per i Comuni che ospitano centrali nucleari. Questi soldi potrebbero servire alle amministrazioni per ridare una nuova vocazione a territori fermi ormai da trent’anni. Una linea del Piave – ammonisce Zaccheo – dalla quale non recedo».
Anche per il sindaco di Trino, Marco Felisati si tratta del «giro di boa ed è ora che da questi incontri vengano fuori progetti concreti. Sottoscrivo quanto detto da Callori e Zaccheo e sottolineo come oggi i sindaci si trovano nella condizione di parafulmine del malcontento popolare senza poter fare nulla per accontentarli. Chiediamo quindi a Sogin e al Governo un confronto costruttivo anche per scardinare i preconcetti nei confronti del nucleare».
Come fa sapere Anci in una nota, alle richieste dei sindaci il commissario Sogin, Francesco Mazzuca, ha risposto che la scelta dei nuovi siti nucleari non spetta a Sogin, concentrata sulla dismissione delle vecchie centrali e sulla ricerca e innovazione in campo nucleare. Mazzuca ha quindi ricordato come la società sia sempre impegnata in un contatto continuo e proficuo con gli Enti locali. Il tema della gestione dei rifiuti radioattivi è stato sollevato dal sindaco di Rotondella Vincenzo Francomano. Il commissario Sogin ha ricordato a questo proposito quanto stabilito dal memorandum firmato con Francia e Stati Uniti. Infine, su precisa richiesta del sindaco di Latina, Zaccheo, Sogin si è impegnata a commissionare uno studio sulle erosioni delle coste e degli argini dei fiumi, che molte amministrazioni lamentano, quale effetto dell’insediamento delle centrali nucleari.