CASO BATTISTI, RELATORE STF: SÌ A ESTRADIZIONE IN ITALIA
Dopo otto mesi d’attesa, il caso di Cesare Battisti è approdato oggi a Brasilia nell’aula del Supremo tribunale federale (Stf), dove il giudice Cesar Peluzo, il relatore incaricato della Corte costituzionale brasiliana, si è pronunciato a favore dell’estradizione in Italia dell’ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) e ha demolito le motivazioni addotte dal ministro della giustizia Tarso Genro per concedergli l’asilo politico.
Al termine di una maratona oratoria protrattasi per più di quattro ore, con una sola, breve interruzione, Peluzo ha posto un’unica condizione per l’estradizione di Battisti, condannato in Italia in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi. Il relatore dell’Stf ha richiesto all’Italia la «commutazione della pena» inflitta a Battisti, poichè la legislazione brasiliana non contempla il carcere a vita, ma una reclusione massima di 30 anni. Il pronunciamento di Peluzo è giunto a conclusione della sua lunghissima relazione in cui ha demolito, punto per punto, la decisione del ministro della giustizia Genro di concedere a gennaio l’asilo politico a Battisti.
Una decisione – ha affermato Peluzo – «clamorosamente illegale». Ma prima ancora della lunghissima relazione conclusiva di Peluzo, caratterizzata da argomentazioni giuridiche e ricostruzione storiche condite di citazioni in italiano, a confrontarsi oggi nell’aula dell’Stf sul caso Battisti erano già stati gli avvocati Nabor Bulhoes e Luis Roberto Barroso, che rappresentano rispettivamente il governo italiano e la difesa dell’ex militante dei Pac, recluso dal 2007 nel carcere di Papuda, alla periferia di Brasilia.
«Sono convinto che il Stf emetterà la sua sentenza sulla base del trattato bilaterale e della Costituzione brasiliana», ha affermato Bulhoes.«La Repubblica italiana si aspetta che il Stf respinga l’asilo politico, che è inconsistente, e conceda l’estrazione di Battisti », ha aggiunto Bulhoes, che in aula ha seguito la prima giornata di dibattimento di fronte all’Stf seduto a fianco dell’ambasciatore d’Italia a Brasilia, Gherardo La Francesca, e all’inviato del ministero della giustizia, Italo Ormanni. Di segno contrapposto la posizione espressa dall’avvocato Barroso, il quale ha affermato che il suo assistito «è un capro espiatorio di una trama semplice». Accogliere le richieste dell’Italia, ha aggiunto Barroso, equivarrebbe a dire «Perdono Bwana, screditando così il nostro ministro della giustizia».«Siamo uno stato sovrano con una cultura della giustizia»,ha concluso il difensore di Battisti.
E a sostegno della concessione dell’asilo politico all’ ex militante dei Pac si sono ugualmente espressi sia l’ avvocato dello stato Fabiola Souza sia il Procuratore generale, Roberto Gurgel, membro di diritto dell’Stf ma senza diritto di voto. Aperta stamani dalla breve protesta di un gruppetto di manifestanti brasiliani pro-Battisti all’interno dell’ edificio dell’Stf, dove gli addetti alla sicurezza hanno subito ristabilito l’ordine, la prima giornata di dibattimento si è poi chiusa con la maratona oratoria del giudice Peluzo e il suo pronunciamento in favore dell’estradizione di Battisti, che ha colto di sorpresa molti osservatori. Ma sulla relazione di Peluzo e le sue clamorose conclusioni, devono ora pronunciarsi gli altri suoi otto colleghi della Corte costituzionale brasiliana che partecipano al dibattimento (degli undici membri originari dell’Stf, uno, Meneses Direito, è deceduto da pochi giorni, mentre un altro, Cesar deMelo, ha deciso di astenersi sul caso Battisti). È tuttavia più che probabile che il dibattimento non si concluda neppure domani e slitti alla prossima settimana.
«La prospettiva è che il dibattito possa prolungarsi», ha del resto dichiarato stamani il presidente dell’Stf, Gilmar Mendes, aggiungendo che quello di Battisti «è un caso molto importante dal punto di vista sia giuridico sia politico, che il tribunale deve affrontare con la dovuta serietà».