DELITTO DEL CIRCEO, AL QUARTIERE NOMENTANO SOLIDARIETA’ PER GIANNI GUIDO
«È un uomo sempre molto educato», «Poveraccio… dopo 30 anni avrà pur diritto alla sua vita», «Un pò lo giustifico, era giovane e le due ragazze non avrebbero dovuto montare in macchina». Nel quartiere Nomentano, dove abita Gianni Guido, uno dei massacratori del Circeo che da martedì è un uomo libero, chi parla di lui lo fa in suo favore. L’elegante palazzina di via Capodistria 4 a Roma, in cui Guido, che oggi ha 53 anni, abita insieme agli anziani genitori, è quasi deserta, il suo campanello suona a vuoto e le imposte dell’appartamento sono serrate.
«I genitori, due persone tranquillissime, sono partiti per le vacanze agli inizi di agosto – riferisce il marito della portinaia dello stabile – e anche lui non si vede da un pò. Prima che se ne andassero lo vedevo sempre da solo tornare a casa dei genitori la sera ed è sempre stato molto educato con tutti». «Lasciatelo in pace, sono passati 30 anni… – dice una conoscente di Guido, che abita al palazzo di fronte al suo – Cosa volete ancora da lui? Smettetela». «Poveraccio – aggiunge un’altra abitante del quartiere – dopo tanti anni avrà pur diritto alla sua vita». Nella zona, a schierarsi in difesa del massacratore del Circeo anche tante persone che non lo conoscono: «Ho lavorato qui per tanti anni – dice Mina, un’anziana colf – e non sapevo nemmeno abitasse qui, ma un pò lo giustifico, perchè era giovane e le due ragazze non avrebbero dovuto montare in macchina, i ragazzi sono tutti uguali. Anche se un pò mi dispiace per quella ragazza che è morta». In via Pola, a due passi dall’abitazione di Guido, nel luogo dove fu ritrovata la Fiat 127 con le due ragazze, qualcuno neanche ricorda il fatto. «Non sapevo nulla, non lo ricordo» dice una donna in strada. «Ieri ho sentito per televisione che lui è tornato in libertà, ma non ci vedo niente di male perchè è passato tanto tempo, si sarà pentito».