TV AMERICANA NEL CARCERE DI LATINA PER UN DOCUMENTARIO

07/08/2009 di

Una troupe della pretigiosa NBC americana si trova da una settimana all’interno del carcere di Latina dove sta realizzando immagini e interviste per un documentario. E’ stata la Latina Film Commission, la Fondazione con sede nell’ex Ciapi, nata con l’obiettivo di dare supporto logistico alle produzioni che “girano” sul territorio provinciale, a fare in modo che scegliessero l’Istituto penitenziario di Latina per l’unico episodio in Italia, a curare le pratiche e a fornire l’appoggio necessario al gruppo guidato dalla regista e produttrice Susan Mary Carney, che ha potuto, in questo modo, completare un lungo giro per gli istituti penitenziari di mezzo mondo: dagli Usa, all’Asia, all’Africa e ora in Europa, per il programma “Lockup”.

Ad accogliere la produzione è stata la neo-direttrice della struttura penitenziaria di Via Aspromonte, Donata Innantuono, arrivata nel capoluogo da pochissimi giorni, per l’esattezza il 3 agosto: “Ho accolto con favore l’iniziativa della Film Commission e della produzione americana – spiega – anche se devo dire che l’okey al progetto era arrivato già dal mio predecessore, Claudio Piccari. Devo dire che mi sembra un fatto positivo avere l’opportunità di trasferire all’esterno un’immagine meno catastrofica delle nostre strutture, soprattutto per ciò che attiene al lavoro che si svolge nell’area pedagogica”.

La troupe (composta oltre che Susan Mary Carney, anche da Brian Wesley Kelly, Scott Raymond Palm e Michael Ryan Drachkovitch) è diventata subito di casa: “In carcere le notizie girano velocemente, c’è un tam tam continuo tra i detenuti, e due minuti dopo il loro ingresso tutti sapevano, chi era arrivato e perchè”, sorride Antonio Marotti, responsabile dell’Area Pedagocica. Insieme all’Ispettore Vincenzo Farese, al Comandante della Polizia Mario Matano e alla preziosissima interprete Elisa Goethals hanno fatto da guida alla troupe e da interfaccia alla Latina Film Commission.

“Grazie al nullaosta del Ministero di Grazia e Giustizia, e alla grande disponibilità di tutti gli operaori, da una settimana le telecamere sono entrate nella struttura di Via Aspromonte per parlare con i detenuti, intervistarli, girare immagini e partecipare alle attività carcerarie”, spiega il direttore della Fondazione Latina Film Commission, Rino Piccolo.

“I detenuti hanno accettato tutti volentieri di partecipare al lavoro della troupe, anche le donne che si trovano nel braccio di massima sicurezza (sono le terroriste irriducibili e le mogli dei boss mafiosi ndr) anche se per loro il Ministero non ha ritenuto di dare il benestare alle interviste”, aggiunge Marotti spiegando che le riprese sono state accordate solo in alcuni luoghi: “Sono autorizzati a girare nel passeggio, nell’aula di informatica e nell’aula polifunzionale dove si fa pittura, teatro, ceramica e palestra. Non nelle celle”.

“L’attenzione – aggiunge Piccolo – è stata focalizzata su tre detenuti in particolare, di cui sono state raccolte le storie personali”.“La produzione è molto soddisfatta – spiega il presidente della Latina Film Commission, Raul Malagola – per come il lavoro si sta svolgendo e per questo ha pensato di lasciare un ricordo al carcere, attraverso una donazione in materiali utili per le attività pedagociche. Probabilmente acquisteranno l’amplificazione per la sala teatro e altre dotazioni”. E probabilmente non sarà l’unica forma di collaborazione futura tra la produzione americana e Via Aspromonte. Per Susan Carney “si è trattato di un’esperienza importante. Negli Stati Uniti c’è un sistema esclusivamente afflittivo, che è molto pesante. Qui invece abbiamo potuto vedere detenuti con la sigaretta in mano o mentre bevevano un bicchiere di vino – si stupisce – E’ stato molto interessante osservare quanta importanza viene data in Italia al tentativo di riabilitazione dei carcerati e sarà importante mettere a confronto le diverse esperienze. Siamo pienamente soddisfatti anche della collaborazione con la Latina Film Commission con la quale torneremo certamente a lavorare”.