AMBULANZE A RISCHIO NEI PICCOLI OSPEDALI
di GIOVANNI DEL GIACCIO *
Rischia
di avere pesanti ripercussioni sul servizio di emergenza in provincia
di Latina il taglio di 16 milioni di euro allAres 118. Lazienda
nata per occuparsi esclusivamente dei soccorsi, infatti, mutuata da
analoghe esperienze in mezza Italia, ha serie difficoltà finanziarie e
la Regione intende non solo rivedere i conti ma risparmiare.
di avere pesanti ripercussioni sul servizio di emergenza in provincia
di Latina il taglio di 16 milioni di euro allAres 118. Lazienda
nata per occuparsi esclusivamente dei soccorsi, infatti, mutuata da
analoghe esperienze in mezza Italia, ha serie difficoltà finanziarie e
la Regione intende non solo rivedere i conti ma risparmiare.
Da
qualche giorno il personale della centrale operativa di Latina
segnalava difficoltà, mentre a Roma si svolgevano manifestazioni di
protesta, da ieri è scattata una raccolta firme per salvare lesistenza
dellAres stessa. E il servizio sul territorio che rischia di essere
cancellato. Tra le ipotesi che andranno prese in considerazione per i
tagli, infatti, è indicata anche quella di eliminare le postazioni di
ambulanze nei punti di primo intervento. Vale a dire negli ospedali
minori, quelli che non hanno pronto soccorso, ma anche in altre
postazioni. Solo un progetto, ripetiamo, ma se attuato avrebbe
conseguenze gravissime. E i tempi sono strettissimi: una settimana.
Via
i mezzi di soccorso ad esempio da Cori, Sezze, Priverno, Cisterna,
Sabaudia, Fondi, Minturno. A rischio le postazioni di Latina Scalo e
Pontinia. La parola dordine è razionalizzare ma qui, a estate ormai
iniziata e senza un piano straordinario che in passato era già partito,
cè il rischio di farlo sulla pelle della gente. «Non ho adottato
alcuna decisione né, eventualmente, sarò io a prenderla spiega Paolo
Viola, dirigente della centrale operativa del 118 di Latina al
momento cè una proposta di delibera, si sta ragionando, la situazione
è difficile ma si stanno cercando delle soluzioni ed è presto per
trarre qualsiasi conclusione».
I dipendenti, però, sono
preoccupati. A parte le postazioni che scompaiono lAres ha bloccato
anche i concorsi, interni ed esterni. Lincertezza regna sovrana e la
storia dei tagli pesa. Addirittura si parla di una privatizzazione,
mentre non è escluso che per i centri minori non si debba fare ricorso
proprio ai privati per avere unambulanza e quindi pagarla di tasca
propria. Assurdo ma è una delle ipotesi. Un servizio di emergenza
capillare e funzionante che adesso è messo seriamente in discussione e
che mette a rischio la vita dei cittadini.
Prendiamo il caso di un
infarto a Sezze, lambulanza da dove partirebbe? E come si
rispetterebbero i tempi previsti dalla legge? E chi coordinerebbe
eventualmente i privati? A questo si aggiunge una vicenda che rischia,
di fronte a un progetto simile, addirittura di passare in secondo
piano. E quella relativa ai trasferimenti ordinari ovvero al
trasporto dei pazienti da un ospedale allaltro nel caso sia necessaria
una consulenza. Finora lAres 118 li ha svolti, da qualche tempo è in
atto una trattativa con la Asl perché sia la stessa azienda ovvero gli
ospedali a farsene carico. Quei viaggi, non essendo unemergenza, hanno
un costo che lAres non intende più sostenere. Finora si facevano con
una sorta di scambio, la Asl continuava a pagare le utenze delle sedi,
le mettava a disposizione, e lAres faceva i trasferimenti. In una
situazione di tagli come quella che si profila rischia, invece, di
saltare lintero sistema. (* Il Messaggero 19-06-2007)