DA ROMA A SEZZE, LA LUNGA STRADA DEI CAPORALI

19/06/2007 di
Parte da via Togliatti, a Roma, e
arriva fino a Sezze la lunga strada dove i caporali arruolano
braccia per i lavori nei cantieri e nei campi. La mappa dei
punti di reclutamento è fornita nella ricerca "Il lavoro nero
nella regione Lazio" realizzata, per la Cgil, dalla Fondazione
Cesar e presentata oggi alla sede del sindacato.

 
Lungo l’asse Anzio-Nettuno i lavoratori si incontrano
all’alba, davanti al Bar dello Sceriffo, al Bar di via Cadolino,
a quello a Piscina Cardillo, oltre che all’Eurospin, dove ci
sono due caseggiati abitati, soprattutto, da pakistani, indiani
e albanesi, diventato anch’esso punto di reclutamento. I
lavoratori attendono i caporali che si presentano in furgoncino.
Pattuito il salario – prosegue la ricerca – essi caricano coloro
che accettano le condizioni, per portarli nei cantieri o nei
campi, dove «nei periodi di raccolta si impiegano, quasi
esclusivamente, lavoratori stranieri, generalmente in nero, con
la massiccia presenza di indiani, particolarmente nel territorio
di Anzio e Nettuno e anche in quello di Latina».
 
Ma c’è anche una nuova forma di caporalato: «nell’edilizia
e nell’agricoltura il fenomeno ha assunto caratteristiche e
dimensioni nuove: al reclutamento si prestano alcuni lavoratori,
sia italiani che migranti, sollecitati direttamente dal
capo-cantiere ad avvicinare uomini disposti a prestare la loro
opera nel settore, con la differenza tra italiani e migranti,
fatta solo dall’esosità del pizzo reclamato».