UNIVERSITA’ SENZA SOLDI, SI RISCHIA IL BLOCCO

16/06/2007 di
di DOMENICO SARROCCO *
 
Aria
di burrasca sull’ateneo pontino. A rischio le sorti del polo decentrato
di Latina e del delegato del Rettore della Sapienza, prof. Marco
Schaerf. Ad illustrare la crisi è lo stesso delegato.

 
«Il
problema delle sedi decentrate come la nostra è su due livelli –
chiarisce il professore – Il primo è nazionale, il secondo locale. «Il
Ministero dell’Università con misure delle due ultime Finanziarie hanno
costretto i ministri Moratti e poi Mussi a porre forti vincoli
all’indipendenza di queste sedi favorendone la proliferazione per
limitare i finanziamenti necessari ad aprire nuove facoltà
indipendenti.
 
A breve l’Anvur valuterà le condizioni di tutte sedi: a
quel punto usciranno a galla i veri problemi: bisogna muoversi subito
per evitare chiusure. Il problema di Latina riguarda il supporto
economico. Non possiamo contare sui finanziamenti della Sapienza
gravata già dai suoi deficit. Inoltre noi non abbiamo nessun potere
amministrativo e gestionale e a questo si aggiunge la mancanza di
partecipazione degli enti locali e privati. Per sopperire ai pochi
docenti titolari dobbiamo rivolgerci a ricercatori, docenti su Roma o a
esterni cui non viene nemmeno pagato il rimborso della benzina, 1000
euro l’anno.
 
Tutte le facoltà da me coordinate versano in questo stato:
Medicina almeno conta su alcune convenzioni con cliniche e posti letto
del policinico ma non basta, i docenti di Economia sono sempre di meno,
Ingegneria la più colpita». Sembra che una soluzione rapida non sia
ancora stata trovata.
 
«Certo stiamo lavorando con una Commissione
composta da un rappresentante per ogni facoltà. L’obiettivo è arrivare
ad una struttura stabile per risorse e organizzazione. Si sopravvive
solo con l’appoggio degli enti locali, con finanziamenti, spazi,
iniziative, progetti atti ad arricchire il territorio. L’università è
una risorsa da inserire e sfruttare per l’economia, l’industria,
l’agricoltura locale.Pensi che gli universitari pontini finito il
triennio quando si vanno in altre località per la laurea specialistica
risultano tra i migliori perché qui si vive l’università a pieno.
 
Come
esempio le pongo l’Università di Bologna che ha Cesena, Forlì, Ravenna
e Rimini come sedi distaccate a gestione autonoma. Le tasse
rappresentano solo il 15 % delle entrate, la percentuale maggiore
proviene da privati e da enti pubblici e sono proprio le quattro città
citate a trarre i vantaggi maggiori.Così si crea una struttura con
prospettive future: creare sinergie per la crescita di tutti».
 
Conclude
Schaerf: «Dopo 10 anni intravedo una sconfitta personale. Se non mi si
da credito subito si rischia la chiusura. A breve attendo garanzie e
senza queste sono pronto a lasciare ad altri il compito dopo anni di
sforzi, sacrifici, impegno non certamente ripagati da tutti, tranne che
dagli studenti».
(* Il Tempo 15-06-2007)