ALPINI IN CITTA’, SCATTA LA FEBBRE DEL GADGET

05/05/2009 di

Un connubio che ha scritto la storia di questo corpo. Nati ufficialmente nel 1872 a difesa dei confini delle zone montane de neonato Regno di Italia, gli alpini sono presto diventati un tutt’uno con questo animale. Fino a qualche decennio fa il mulo era l’unico mezzo da trasporto per muovere in alta montagna; al mulo era legata in buona parte la sopravvivenza dei reparti che operavano in zone impervie sprovviste di strade. Sul suo dorso venivano caricati cibo, vivande, posta e persino armi e munizione. Al generoso animale toccava scalare i monti delle Alpi, tra il fango, la neve o il caldo del sole e spesso sono serviti anche da morti. Perché i soldati, che non avevano altro, non morissero di fame.

Dal 1993 circa le autorità militari hanno deciso di disfarsene, sostituiti da carrelli meccanici e mezzi cingolati, con grande dolore di chi aveva legato la sua esperienza con le penne nere all’animale a quattro zampe. Per questo i muli non mancheranno all’82° Raduno degli Alpini, in programma nella nostra città. I primi quattro sono già arrivati in Via Bachelet, al seguito del «Gruppo Gennaro Sora» di Foresto Sparso, in provincia di Bergamo. Si chiamano Pippo, Bionda, Piny e Valeria ed hanno già fatto la conoscenza dei bambini della zona. «Ogni raduno – racconta Michele Ranghetti, 78enne dal baffo pronunciato – li portiamo nelle scuole e gli asili, per farli conoscere ai più piccoli. Poi parteciperanno con noi alla sfilata tirati a lucido e bardati con il basto per l’artiglieria someggiata».

Un modo per riannodare quel rapporto che, soprattutto in guerra, era sempre più stretto tra l’uomo e l’animale. «Io la guerra non l’ho fatta – afferma Michele – all’epoca ero ancora ragazzo, ma già capivo quello che succedeva. Nel mio paese, Palazzolo sull’Oglio, portavo da mangiare ai partigiani. Me la sono vista brutta, ho visto la morte in faccia. Ho dormito venti giorni nella loro cascina, ma sono scappato poco prima che i tedeschi arrivassero, mettendo a ferro e fuoco tutto». Tempi lontani, ma non dimenticati. Ora Michele si gode questo raduno latinense, insieme agli alpini del suo gruppo. Con i suoi muli, che hanno dovuto fare un tragitto di 800 chilometri in camion, ha attirato l’interesse degli abitanti della zona, che portano i loro bambini a conoscere questi animali. Seduto sulla sua sedia, parla con una signora di Latina, con i suoi due figli al seguito. Lui ed il suo collega sono rimasti di “corvè” al campo, mentre il resto del gruppo è andato a mangiare il pesce, in uno dei ristoranti del litorale. Immancabile il cappello con la penna nera in testa, che contraddistingue gli alpini. Un modo di essere per loro, un gadget per tutti quelli che vogliono acquistarne uno. Modici i prezzi, che vanno a partire dai cinque euro. Oltre allo storico cappello sono acquistabili berretti di lana o con visiera, tutti con il logo dell’Ana, Cravatte, cappelli e quant’altro saranno disponibili non solo in alcuni stand e negozi della zona, ma anche nel Bar Poeta. L’indimenticato locale che fa angolo in Piazza del Popolo riaprirà i battenti proprio in questa occasione. Al suo interno saranno acquistabili libri, gadget, dvd e manifesti.

Tra i più richiesti dagli alpini stessi ci sono la medaglia dell’adunata e le cartoline, con tanto di annullo speciale. La bella medaglia è stata disegnata da Stefania Piredda, una grafica pubblicitaria che vive proprio a Latina. Sul dritto, oltre al cappello alpino e alle scritte tradizionali, ha inserito il numero 82° in un sole stilizzato, la caratteristica torre municipale simbolo della città, sulla quale sventola la bandiera con il tricolore in smalto colorato. Sul rovescio la medaglia riprende alcuni motivi con l’aggiunta dello stemma comunale del nome e della città e la data dell’adunata. Particolarmente ambito anche l’annullo speciale delle Poste Italiane, che sarà sarà allestito in via Cattaneo, angolo via Pio VI.

Per quanto riguarda i cittadini di Latina, per ora il gadget più acquistato è la stata la bandiera italiana, che, in varie dimensioni, campeggia su molti balconi e locale della città. Tanti quelli che hanno approfittato del mercatino della memoria di domenica, per acquistare il tricolore, che sta trasformando il panorama cittadino. Proprio sul sito dell’adunata (www.adunataalpinilatina2009.com) continua il concorso per votare il balcone e la vetrina più bella. Ma al di là dei gadget e dei balconi quello che arriverà nella nostra città sarà un vero e proprio tornado colorato, che porterà un modo di essere e di partecipare insolito per Latina. I bilanci positivi o negativi dell’organizzazione si faranno alla fine, intanto approfittiamone per conoscere questi signori venuti dalle montagne, che anno dopo anno riescono a trovare sempre il tempo e la voglia per ritrovarsi tutti insieme. (Vincenzo Arma, Il Tempo 05-05-2009)