NESSUN BLITZ PER IL BUCCANEER. LE AUTORITA’ LOCALI: A BORDO RIFIUTI TOSSICI

19/04/2009 di

Nessun blitz per liberare i sedici marinai – tra cui dieci italiani con il pontino Mario Albano – del Buccaneer, il rimorchiatore sequestrato dai pirati sabato scorso al largo della Somalia. L’Italia, al contrario di quanto fatto di recente da Usa e Francia in situazioni simili, privilegia – ha spiegato il ministro degli Esteri, Franco Frattini – la via della trattativa, considerando come prioritaria l’incolumità degli ostaggi.


Una trattativa che è già in corso, ha detto all’ANSA il premier somalo Omar Abdirashid Ali Sharrmake, e che viene condotta dalle autorità del Puntland (la regione semi-autonoma del nord-est della Somalia, roccaforte dei bucanieri) con il coordinamento dal governo transitorio somalo. Sharrmake è inoltre contrario a qualsiasi forma di pagamento di riscatto, perchè avrebbe il solo effetto di alimentare ancora di più la pirateria in quel tratto di mare davanti al Corno d’Africa.

«Non giudichiamo le operazioni degli altri – ha dichiarato Frattini riferendosi ai recenti blitz francesi e americani per liberare loro connazionali -, ma in questi casi la via italiana è quella di assicurare sempre e comunque che non vi sia pericolo per gli ostaggi». «Nessuna operazione che possa mettere a rischio l’incolumità dei nostri connazionali» quindi, anche se «sappiamo dov’è la nave», ha assicurato ancora il titolare della Farnesina, confidando tuttavia nel fatto che gli ostaggi «saranno liberati rapidamente». 

Per i dieci marinai italiani «qualche segnale positivo c’è e lo conferma anche il loro colloquio con le famiglie»: ne è convinto anche il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, che ha ribadito che il governo italiano ritiene i pirati dei «criminali», per i quali «non ci sono al momento »segnali di legami tra loro e il radicalismo islamico«. Del sequestro e della sorte del Buccaneer si sta interessando anche il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica che martedì prossimo ascolterà Frattini in un’audizione. Oggi intanto è giunto a Mombasa, in Kenya, Richard Phillips, il capitano del mercantile Usa Maersk Alabama, dal quale era stato portato via da un gruppo di pirati che aveva tentato l’assalto alla sua nave ma che era stato respinto dall’equipaggio. I venti marinai del mercantile sono rientrati oggi negli Stati Uniti accolti come degli eroi, mentre il capitano era rimasto ostaggio dei bucanieri per cinque giorni a bordo di una scialuppa. Fino all’operazione militare che lo ha liberato e in cui sono morti tre dei quattro sequestratori. Peggio è andata nei giorni scorsi all’equipaggio di una barca a vela di 12 metri francese, il Tanit, sequestrata dai pirati nel Golfo di Aden, con a bordo anche un bimbo di tre anni. Nel blitz del commando della Marina francese è rimasto ucciso uno degli ostaggi, lo skipper e padre del piccolo, Florent Lemacon. Proprio quello che l’Italia vuole evitare: che un ostaggio resti vittima di un’azione di forza.

Tra gli ostaggi dei pirati c’è anche Mario Albano, primo ufficiale di coperta iscritto alla capitaneria di porto di Gaeta. Albano vive a Itri con la moglie e due figli (un ragazzo di 19 anni ed una ragazza di 31 anni) ma è originario di Gaeta dove vive la famiglia e dove la sorella Nadia gestisce un bar, il «Caffè Nadine» in piazza Tonti. Ieri si era dffusa la notizia della telefonata a casa di tutti gli ostaggi ma in realtà Mario Albano non ha chiamato i suoi familiari.

 

LE AUTORITA’ SOMALE: “RIFIUTI TOSSICI A BORDO

Sequestrata dalla sicurezza locale perché trasportava rifiuti tossici che intendeva gettare nelle acque somale. La vicenda del Buccaneer, il rimorchiatore italiano bloccato in Somalia da otto giorni, non avrebbe nulla a che fare con la pirateria. Almeno stando alle accuse giunte oggi dalle autorità del Puntland e tutte da verificare. «Abbiamo avuto la conferma che il rimorchiatore italiano trasporta due contenitori di rifiuti tossici – ha detto il governatore della zona di Sanag, Mohamoud Said Nur- e che l’intenzione era quella di gettarli nelle nostre acque». Per questo, ha assicurato, la nave è stata sequestrata «dalla sicurezza locale». Nessun rapimento, «nessun riscatto», dunque. L’intento è quello, ha assicurato Said Nur, di «avere giustizia».

Dall’Italia la Micoperi, la ditta proprietaria del rimorchiatore, conferma che la nave non trasportava alcun carico. Il general manager della ditta preferisce mantenere il silenzio stampa, ma invita a «rifarsi a quanto detto nei giorni scorsi alle autorità» e cioè che la nave era vuota e non poteva trasportare alcun materiale, tantomeno tossico. Ma non solo: la Buccaneer, avevano fatto notare, era partita da Singapore, dove i controlli sono serrati. Inoltre i pirati hanno dato l’assalto sotto le coste dello Yemen, al limite delle acque territoriali del paese arabo. Pirati, dunque, e non forze di sicurezza, per la ditta ravennate. Di pirati schierati per proteggere quel tratto di mare dal presunto sversamento di rifiuti tossici aveva parlato la settimana scorsa anche il ministro degli esteri Franco Frattini. «Sono gruppi di ex pescatori -aveva detto- che hanno anche delle strane teorie di custodire quel tratto di mare dove, a loro avviso, verrebbero scaricati rifiuti tossici. Cosa che nel caso della nave italiana è assolutamente falso perchè è una nave vuota, senza carico di nessun tipo a bordo».