BALLERINO UCCISO A SCAURI, INDAGATI PER OMICIDIO ALCUNI GIOVANI

03/02/2009 di

“L’inchiesta sull’omicidio di Igor Franchini procede. Al momento c’è più di un nome iscritto sul registro degli indagati per l’omicidio. Contiamo di fare chiarezza nei prossimi giorni”. Lo dichiara il procuratore capo Giuseppe Mancini. A quanto emerso gli indagati sarebbero coetanei della vittima. L’ipotesi è che il ragazzo sia stato ucciso da più persone, forse al culmine di una lite legata a questioni di droga. Nel pomeriggio, alle 15,30, si celebreranno nella chiesa di Sant’Albina, a Scauri, i funerali del ragazzo. La parrocchia, che Igor frequentava, è a pochi passi dall’ abitazione in cui il ballerino viveva con la madre.

Sono oltre 40 le ferite da coltello trovate sul corpo del ballerino ucciso e poi bruciato parzialmente. Lo ha accertato ieri il medico legale durante l’autopsia durata oltre 5 ore. L’esame autoptico è stato portato a termine dal professor Giovanni Arcudi e dall’equipe medica dell’università di Tor Vergata di Roma. Arcudi ha parlato di un «numero rilevantissimo di lesioni, tutte da arma bianca», inferte con ogni probabilità utilizzando «un coltellaccio da cucina o più coltelli da cucina». Le ferite mortali hanno raggiunto organi vitali, come cuore e polmoni, «ma in tutto le lesioni, anche da difesa, sul corpo e sulle braccia, sono quaranta». Arcudi ha chiarito che al momento non è possibile stabilire se «ad agire siano stati più aggressori o uno solo», ma di certo la morte del ballerino risale a una settimana fa. Altro dato certo è che Igor è stato ucciso a coltellate e solo dopo è stato dato fuoco al cadavere. «Le bruciature sul corpo – ha detto Arcudi – non hanno avuto effetti lesivi».

«Gli assassini di mio figlio sono bestie e dovranno marcire all’inferno. Anche se non verranno presi dovranno fare i conti con la loro coscienza». Lo ha detto, disperata, la mamma di Igor Franchini dopo il riconoscimento del corpo, pochi minuti prima che iniziasse nell’obitorio del cimitero di Latina l’autopsia sul corpo del figlio. Poi ai giornalisti la donna ha aggiunto: «Io non c’entro niente con i Casalesi», facendo riferimento ad un episodio emerso nei giorni scorsi nel corso delle indagini sul delitto quando a bordo della sua auto era stato fermato, nel 2001, Armando Schiavone, cugino del boss della camorra Francesco Schiavone. Fatto, però, ritenuto dagli stessi inquirenti non legato al movente del delitto.

{gallery}igor_franchini{/gallery}