Crisi, nel Lazio le famiglie navigano a vista

24/09/2011 di
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Famiglie in difficoltà, attanagliate nella morsa della crisi economica, che rinunciano ad andare in vacanza l’estate, che non comprano vestiti nuovi per i bimbi ed arrivano anche a risparmiare sugli alimenti, facendo spese molto oculate. È la preoccupante fotografia scattata da una inchiesta-ricerca condotta dall’Osservatorio Acli e che ha coinvolto circa mille famiglie del Lazio.

Dall’analisi dei dati sono emersi quattro tipi di nuclei familiari. Il 31,4% sono ‘famiglie che navigano a vistà, ossia che riescono a far fronte alle difficoltà economiche privandosi di alcuni beni e servizi, quali abbigliamento (77,7%), vacanze (79,5%), divertimenti (71,2%). Per la maggior parte di loro alla fine dell’anno niente risparmi: anzi, la necessità di affrontare spese fuori dall’ordinario li ha costretti a chiedere un prestito alla banca. Poi ci sono le ‘famiglie a rischiò (27,9%), in particolare monoreddito e di migranti (europei ed extracomunitari), che risparmiano su tutte le principali voci di spesa, dall’acquisto di nuovi vestiti al mangiare. Si tratta di persone che hanno avuto molto spesso difficoltà a comprare beni di prima necessità e che non chiedono prestiti alle banche perchè sicuri che non li otterrebbero. Il terzo gruppo è quello delle ‘famiglie sicurè (26,9%) ovvero coloro che dichiarano di non essere mai state in difficoltà nell’acquistare beni di prima necessità. L’ultima categoria sono gli ‘anziani in affannò che rappresentano il 13,5% delle famiglie intervistate: si tratta di persone con età media di oltre 70 anni, pensionate, che non hanno una consistente disponibilità economica e quindi anche una piccola spesa inaspettata li può mettere in difficoltà. Per il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la chiave di svolta è «leggere le famiglie come risorsa e non solo come problema» ed ha aggiunto: «A Roma sul quoziente familiare abbiamo già approvato una delibera quadro. Con il bilancio di quest’anno l’obiettivo è revisionare tutte le tariffe di Roma Capitale ed orientarle verso il quoziente familiare». «L’idea della family card è giusta. Per questo – prosegue Alemanno – stiamo pensando a mettere insieme i servizi. L’importante è non averne poi tante di card ma una che coinvolga le diverse istituzioni».

Secondo il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, «bisogna attivare forme di sussidarietà e ripristinare il rapporto tra pubblico e corpi intermedi. Ma quello che serve di più è riscrivere le regole di un nuovo modello di welfare al cui centro deve esserci la sussidarietà. La ricerca, inoltre, ci dice che dobbiamo sbrigarci: il 31% delle famiglie navigano a vista. Sono queste le vere gerarchie dell’agenda politica della classe al governo».