RAPPORTO CARITAS, A LATINA BOOM DI LAVORATORI STRANIERI: PIU’ 60,7%

30/10/2008 di

Alla fine del 2007 i lavoratori stranieri presenti sul territorio laziale sono aumentati del 30%, raggiungendo il numero di 255.952 occupati netti.

La forza lavoro non italiana proviene soprattutto dalla Romania, con il 34,8% della ripartizione regionale pari a 89.100 occupati. La comunità romena è in termini occupazionali salita da 46.152 a 89.110, con un balzo in avanti del 93,1%, mentre i bulgari che l’anno scorso erano 2.363 nell’archivio Inail, oggi ammontano a 3.686 occupati, registrando +55,9%. Nella graduatoria dei lavoratori nati all’estero mantengono le prime dieci posizioni dell’anno passato i polacchi al secondo posto, 12.832 con un aumento percentuale del 17% rispetto al 2006. Al terzo posto si collocano i filippini, 10.927 unità con +10,5% mentre al quarto troviamo la comunità albanese,10.521 con un incremento dell’11,6%. Ucraini, bengalesi ed egiziani sono rispettivamente al quinto, sesto e settimo posto rispettivamente 7.115 (+10,5%), 6.390 (+16,8%) e 5.664 (+5,9%). A livello territoriale le province minori del Lazio spiccano per l’aumento percentuale di nuovi occupati stranieri: prime tra tutte Latina con il 60,7% di occupati rispetto l’anno precedente, poi Viterbo col +50,4%, Rieti +49,6%, Frosinone +31% e per ultima Roma, con +26,4%.

Modesto, secondo il dossier Caritas/Migrantes 2008, il ruolo delle donne per quanto riguarda le nuove assunzioni. Sono infatti il 33,6% del totale degli stranieri. Nel Lazio i principali settori occupazionali sono l’edilizia, i servizi alle imprese, l’albergazione e la ristorazione ed i servizi di cura alle persone. Il settore delle costruzioni conta il 20% degli stranieri registrati negli elenchi Inail: fa eccezione la sola provincia di Latina, che si conferma il polo agricolo regionale che assorbe il 26% degli occupati stranieri. L’agricoltura rappresenta un buon settore di inserimento anche a Viterbo, 17,8% degli occupati ed a Rieti, 16,2%. Nel frusinate l’industria dei metalli e del tessile dimostra una certa vivacità, mentre Roma si distingue per i servizi alle imprese (18,8%) e la ristorazione (12%).