FONDI, TRE INDAGATI PER IL PARCHEGGIO AL “GABBIANO”

24/10/2008 di

di GAETANO CARNEVALE *

Non c’è pace per l’amministrazione comunale di Fondi, implicata da ieri in un’altra vicenda giudiziaria, che potrebbe gettare ulteriore luce sui tanti abusi che si commettono da circa mezzo secolo sui terreni demaniali di uso civico di Selva Vetere.

All’angosciante attesa della firma del ministro dell’Interno Roberto Maroni sulla proposta di scioglimento del consiglio comunale avanzata dal prefetto di Latina Bruno Frattasi per eventuali collusioni di amministratori con elementi della malavita organizzata si aggiunge l’iscrizione sul registro degli indagati di due dirigenti di Palazzo San Francesco e di un presidente di cooperativa. Si tratta di un altro capitolo della storia del campeggio “Il gabbiano”, i cui fabbricati sono stati abbattuti all’inizio dell’estate perché abusivi e il terreno sul quale sorgeva reintegrato al Comune. Gli oltre tre ettari prospicienti il mare di Tumulito dovevano, quindi, restare liberi per l’utilizzazione di tutti i cittadini. Senonché pochi giorni dopo sulla zona sgombrata viene realizzato un parcheggio a pagamento.


A seguito di un esposto il nucleo investigativo di polizia ambientale e fortestale (Nipaf) del Corpo forestale dello Stato avvia degli accertamenti. Gli uomini del Nipaf acquisiscono una delibera della giunta municipale con la quale si dava l’indirizzo politico di reperire aree costiere di Selva Vetere sulle quali realizzare le soste a pagamento. Si dà, quindi, incarico alla segretaria generale del Comune, Celestina Labbadia, di individuarle. Tra le tre-quattro aree identificate, tutte di natura demaniale, c’è anche quella dell’ex campeggio. La stessa dirigente ordina al comandante dei vigili urbani Dario Leone di indire la gara d’appalto per l’assegnazione dei terreni a cooperative di gestione dei parcheggi. Quella riguardante l’ex “Gabbiano” viene vinta dalla cooperativa “Luna nera”, della quale è presidente Crescenzo Di Mugno. Secondo il Nipaf, che ha inviato tutta l’indagine alla Procura della Repubblica, sul terreno reintegrato, intanto, non c’è stata una delibera di cambio di destinazione d’uso. E poi, se erano abusive le strutture turistiche del “Gabbiano” perché insistevano su terreno di uso civico, lo sarebbe altrettanto la realizzazione di un parcheggio. Tra l’altro le opere sorgono in un’area costiera che il piano regolatore destina a zona agricola. Segretaria comunale e comandante dei vigili urbani dovevano essere a conoscenza delle varie situazioni legislative ed urbanistiche della fascia costiera di Selva Vetere. Fra i tre iscritti sul registro degli indagati la posizione del presidente di “Luna nera” è quella meno “pesante” dal momento che non era tenuto a sapere delle norme urbanistiche e della demanialità del terreno. Sotto la lente di ingrandimento della magistratura, comunque, potrebbero finire anche gli assessori che hanno votato la delibera di indirizzo politico. Loro sicuramente sapevano che stavano decidendo la realizzazione di opere su appezzamenti del demanio di uso civico, alimentando così altra “confusione” sul delicatissimo e pluridecennale problema di Selva Vetere. (* Il Messaggero, 24-10-2008)