CRACK LEHMAN BROTHERS, BEFFATI ANCHE 5.000 RISPARMIATORI PONTINI

23/10/2008 di

di GAETANO COPPOLA *

Il ciclone Lehman Brothers ha lasciato il segno anche nella provincia pontina. Così come accaduto per i Tango bond argentini, per i crack della Cirio e della Parmalat, almeno 5.000 risparmiatori pontini erano stati “consigliati” da banche e consulenti finanziari all’acquisto dei titoli della banca americana fallita. E oggi si ritrovano con crediti per 2-300 milioni di euro, che sarà molto difficile recuperare.

L’avvocato Angelo Castelli di Formia, massimo esperto nella tutela del risparmio in Italia sta già affilando le armi. Lui che, per primo, aveva aperto la strada ai risarcimenti per quei risparmiatori beffati dai bond argentini (ha vinto 120 cause recuperando più di 40 milioni di euro), sta già studiando le strategie per consentire ai possessori dei titoli Lehman Brother di rientrare in possesso delle somme investite.

«Non è la stessa cosa – ammette l’avvocato Castelli, che è anche assistente di Diritto finanziario all’università di Cassino – I titoli argentini avevano dato evidenti segnali di rischio già prima del default e molte banche non avevano fatto firmare l’informativa sul rischio ai propri clienti. I titoli Lehman invece erano classificati dalle agenzie di rating con una tripla A, quindi affidabili, e le banche potrebbero sostenere di essere state in buona fede nel piazzarli».

Cause più difficili, dunque? «Sicuramente sì – sostiene Castelli – Anche perché non c’è giurisprudenza e quindi dovrò introdurre io elementi sufficienti per vincere le cause. Comunque nei primi sei casi che sto trattando i miei clienti non erano stati “profilati” dalle banche in base alla propensione al rischio (direttiva europea Mifid). Una mancanza che da sola potrebbe essere sufficiente a vincere e che è molto più frequente nelle piccole agenzie di provincia».

«Inoltre – aggiunge Castelli – se c’era anche un contratto di consulenza la posizione della banca si aggrava perché il cliente dove essere costantemente monitorato e informato di eventuali cambiamenti nelle classificazioni del titolo. E le banche, dal loro osservatorio privilegiato non potevano non accorgersi che la Lehman, già dall’agosto 2007 aveva iniziato a dare segnali di instabilità. C’era, quindi tutto il tempo per informare i clienti».

In questa difficile situazione qual è il consiglio per i risparmiatori che chiedono di investire senza grandi rischi? «Sicuramente stare lontani dalle azioni. Investire sui titoli di Stato, su prodotti “pronti contro termine” mentre per chi preferisce il più classico “mattone” consiglio di guardare ai Paesi dell’Est che sono entrati in Europa. In Italia il passaggio dalla lira all’euro ha consentito quasi di raddoppiare il capitale. Là probabilmente succederà la stessa cosa». (* Il Messaggero, 23-10-2008)