INDENNITA’ PIGNORATE, GIALLO SU SALVATORE DE MONACO
E’ al centro di un caso singolare. Tra burocrazia e chi vorrebbe sostenere addirittura la sua incompatibilità alla carica di consigliere comunale. Non è un personaggio qualunque, si tratta del vice presidente della Provincia in passato alla guida del consiglio comunale di Latina.
Salvatore De Monaco si trova in questa storia suo malgrado, da quanto emerge, per il mancato versamento di indennità alla cassa professionale dei geometri. Indennità che avrebbero dovuto versare, stanti i ruoli istituzionali, Comune e Provincia dai quali percepisce lo “stipendo” per le cariche ricoperte. Risultato? La cassa ha presentato il conto e avviato una procedura esecutiva, arrivando a chiedere il pignoramento “presso terzi” di quelle stesse indennità. E’ bastato per ritenere che De Monaco fosse incompatibile al momento dell’elezione, poco più di un anno fa, a causa di un contenzioso con il Comune. In realtà da un approfondimento è emerso che lo stesso Comune prima, la Provincia oggi, il versamento alla cassa professionale non l’hanno fatto e ad andarci di mezzo è lui. «Mi chiedono somme che non devo versare io – spiega – mi spiace che questa cosa abbia una eco del genere e che si ricorra a certi mezzi per screditarmi».
La storia, dicevamo, è singolare perché l’esattoria, per conto della cassa geometri, chiede al Comune di bloccare i “gettoni” di De Monaco ma sarebbe il Comune stesso a non aver versato il dovuto per conto dell’ex presidente del consiglio comunale. Stesso discorso in Provincia. «Se hai un incarico puoi scegliere se optare per lo stipendio dovuto per quel ruolo o restare libero professionista – dice ancora De Monaco – io ho le indennità di carica, non devo io quelle somme ma gli enti, questo la cassa non è dovuta a saperlo e fa il suo corso chiedendole comunque a me». Una cifra, pari a 12.989 euro, che adesso De Monaco è pronto a saldare di tasca sua «così finiscono queste illazioni». La particolarità è che fino a oggi – da giugno 2006 – il Comune non si è mai presentato come “terzo” per dire se le somme dovute sono esigibili o meno. Normalmente la notifica arriva all’avvocatura che chiede all’ufficio competente se c’è o meno liquidità per la posizione in causa, quindi va a rendere la dichiarazione in Tribunale. Qui si è passati di rinvio in rinvio, sapendo forse che qualche responsabilità ce l’ha il Comune stesso. In ogni modo De Monaco non è il primo politico a finire nelle “maglie” dell’esattoria con la richiesta di blocco dei compensi da amministratore pubblico. In provincia c’è il precedente illustre del compianto Alberto Castagna, all’epoca assessore a San Felice Circeo, al quale fu bloccata l’indennità ma per una storia totalmente diversa. (G.D.G. Il Messaggero, 04-09-2008)