AL GORETTI NON SOLO MALASANITA’ MA ANCHE BUONASANITA’

01/09/2008 di

«Quando si parla della sanità della nostra regione, si ascoltano troppe volte troppi luoghi comuni che non corrispondono alla realtà. Soprattutto i mezzi di comunicazione di massa sono sempre pronti a gettare la croce addosso agli operatori del settore, ogni qual volta c’è qualcosa che non va. Se è giusto denunciare gli errori, e nessuno contesta ai media la loro giusta funzione di “cani da guardia” del sistema, non è giusto, anzi molto scorretto fare di ogni erba un fascio, generalizzare casi sporadici, denigrare gratuitamente tutta una classe medica e paramedica solo per il gusto di gridare allo scandalo».

Lo dichiara, in una nota, Il presidente della commissione sanità della Regione Lazio, Luigi Canali, che ha scritto al presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, al direttore Generale della Asl di Latina, Ilde Coiro, agli operatori tutti della sanità di Latina, ai direttori di «La Provincia di Latina»; «Latina Oggi»; «Il Messaggero di Latina»; «Il Tempo di Latina»; «Il Territorio».

«Per nostra fortuna – prosegue Canali – la realtà è ben diversa, ma per sfortuna poco nota. A dispetto di un caso clinico dall’esito infelice, subito sbattuto in prima pagina, ce ne sono migliaia che vanno a buon fine, ma nessuno ne parla. E questi successi, grandi o piccoli che siano, derivano dalla grande professionalità dei medici, degli operatori sanitari, degli infermieri, di tutto il personale in genere, che quotidianamente, anche in condizioni non sempre agevoli, operano con indiscutibile dedizione e serietà. Sono loro che fanno della sanità della nostra regione, secondo le statistiche più serie, una delle prime in Italia. A conferma di tutto ciò, desidero portare ad esempio un caso clinico molto grave e risoltosi in maniera esemplare. Recentemente una paziente è stata ricoverata d’urgenza presso l’Ospedale S. Maria Goretti per una grave sindrome da schiacciamento provocata dal crollo di un muro. All’ingresso, come cita il referto, presentava una frattura da scoppio della 12^ vertebra dorsale con paraparesi ingravescente, trauma cranico, frattura del bacino, del femore e del piede di sinistra, e ben nove fratture costali con contusione polmonare grave. A complicare la situazione, l’età della paziente e la grande emorragia subita. Immediatamente si sono attivate e coordinate due equipe: quella neurochirurgia, guidata da Stefano Savino e composta dal Carmine Franco e da Mariella Aloisi e Genny Piragine, che ha effettuato un delicato intervento sul midollo spinale, completandolo con una stabilizzazione con viti e barre di titanio, e l’equipe ortopedica, guidata da Giancarlo De Marinis e composta dai Francesco Catalano e Antonio Alfiero, che ha effettuato una osteosintesi del bacino e trattato le fratture degli arti. I problemi tecnici sono stati molteplici, se si considera l’età della paziente che ha comportato anche difficoltà di posizionamento sul tavolo operatorio, ma tutto è andato per il meglio, e cioè come doveva andare: dopo due mesi circa, la paziente è stata dimessa ed avviata al trattamento riabilitativo, con regressione dei deficit motori presentati all’ingresso. Per tutti gli operatori coinvolti, è stato soltanto il compimento del loro dovere quotidiano, d’impegno attento e responsabile al servizio della popolazione. Ma penso che sia giusto esprimere loro un ringraziamento particolare, proprio per compensare in qualche modo tutta la classe degli operatori del settore, delle tante, troppe critiche ingiustificate, spiegabili solo con un non condivisibile gusto di sensazionalismo da parte di taluni media».