La nuova mala romana: Biscotto, Ciccio e Biondino

04/05/2011 di

Un bar nella periferia di Roma, dove decine di criminali tramavano per il predominio nella Capitale, organizzando a suon di proiettili «la nuova camorra romana»: una sorta di guerra in atto tra quartieri per impossessarsi della città.

C’erano ‘il Biscottò, il ‘Biondinò, il ‘Pippettò, il ‘Cinesinò e tanti altri tra i 38 membri arrestati a seguito della maxi operazione dei carabinieri del Ros contro un gruppo di narcotrafficanti, mentre altri 43 sono indagati. Tutti nomi che risuonano come un deja vu della storica Banda della Magliana, che ha seminato il terrore a Roma 30 anni fa. E al grido di «pijamose tutta Roma» la nuova generazione di boss romani, puntavano al mercato della droga per espandersi in tutta la Capitale. Ma si arricchiva anche con le scommesse clandestine. Omicidi, gambizzazioni, sequestri e altre intimidazioni erano gli strumenti che utilizzavano per impadronirsi della città.

La loro base era il bar ‘Orfeo Nottè, nel quartiere di Cinecittà. Da qui il loro capo, Giuseppe Molisso soprannominato ‘Cicciò, un giovane di 29 anni, impartiva gli ordini per seminare terrore tra le organizzazioni rivali e gestire il narcotraffico. Dal 2008 ambivano all’eredità del gruppo Senese, un clan di origini napoletane attivo a Roma imploso dopo un’operazione del Ros. Dopo il ‘vuoto di poterè formatosi a seguito di quegli arresti, la nuova camorra romana tentava di espandersi.

E in tre anni la zona sud-est della Capitale, i quartieri di Cinecittà, Appio, Tuscolano e Laurentino, erano già nelle loro mani. In due anni avevano commesso quasi una decina di agguati, tra cui due omicidi. E nelle ultime settimane l’escalation di sangue era tornata e aveva come movente privilegiato la pista della droga. L’ultimo episodio proprio a Cinecittà, dove due persone a bordo di uno scooter avevano aperto il fuoco contro un romano di 47 anni su una Smart riuscito a sfuggire all’agguato. Aggressioni che arricchivano il curriculum criminale degli aspiranti boss: giravano per la città scimmiottando i camorristi napoletani di Scampia, a bordo di Suv e maxi-scooter e agitando le loro pistole in pubblico, vestiti con giacca e pantaloni. E da Scampia erano anche i loro metodi di spaccio con tanto di vedette nel quartiere di Tor bella Monaca, periferia difficile di Roma. Tra loro anche alcune donne. E ogni giorno arrivavano nuove ‘facili reclutè per rinforzare il braccio armato della banda nelle zone più degradate della periferia.

La mappa della banda aveva una rete di collegamenti già estesa: in via Laurentina gli uomini dell’Arma hanno sequestrato una vera e propria piantagione di marijuana che era curata da uno dei 38 arrestati, all’interno dell’agriturismo ‘La Mandrià. Tra i luoghi utilizzati per gli incontri c’erano anche il centro scommesse Intralot di via Ciamarra e sulla stessa strada il locale solarium ‘Clever & Sun’, oltre al bar Butera all’angolo tra via Vignali e via Marco Dino Rossi.