GRANAROLO, UN PIANO PER SALVARE LA PETTINICCHIO
Un programma d’investimenti di 35 milioni per rilanciare il gruppo, puntando sulla qualità, la salubrità degli alimenti e la valorizzazione e innovazione dei prodotti.
È il cuore dell’intesa, firmata al Ministero del Lavoro, che pone fine alla vertenza sorta intorno al piano di tagli presentato dalla Granarolo lo scorso febbraio. Per quanto riguarda la Vogliazzi di Vercelli, che non rientrava più nel core business di Granarolo, è stata individuata una soluzione che prevede la cessione all’azienda al gruppo Fresco con il mantenimento dei livelli occupazionali e con continuità produttiva. Sulla Merlo di Terzo d’Acqui (Alessandria), anche grazie ad una partecipazione diretta della Regione Piemonte, si lavorerà invece per garantire continuità produttiva ed occupazionale con l’intervento di un soggetto operante nella stessa filiera, al quale sarà ceduto il marchio. Per la ex centrale del latte di Rimini, invece, proseguirà il confronto in sede istituzionale per individuare una soluzione di reindustrializzazione dell’area in grado di creare un’opportunità produttiva ed occupazionale. Per la Pettinicchio di Sermoneta (Latina), infine, si aprirà un percorso per trovare una soluzione in grado di garantire opportunità occupazionali e produttive in un territorio massacrato dalla crisi industriale. Tutto il piano sarà supportato da due anni di cassa integrazione, anticipata ed integrata dall’azienda, per garantire la copertura del reddito ai 270 lavoratori, sui 1.800 occupati, interessati dalla fase di riorganizzazione del gruppo. Il piano sociale ha un costo di circa 12 milioni. «Dopo 5 mesi, 24 ore di sciopero e il blocco di tutte le prestazioni aggiuntive – ha detto il segretario della Flai-Cgil Antonio Mattioli – è stato raggiunto un accordo che coglie le istanze dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali e che scongiura definitivamente la soluzione traumatica della vertenza. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla caparbietà dei lavoratori e alla tenuta del fonte sindacale e impegna questo gruppo a farsi promotore di azioni in grado di aggregare l’intera filiera lattiero-casearia italiana per esser maggiormente competitivo sullo scenario nazionale ed internazionale».