RIFIUTI, IL NUOVO PIANO DELLA REGIONE LAZIO
Circa diciassette milioni di
tonnellate di rifiuti previsti in produzione dal 2008 al 2012 in
tutta la regione Lazio.
tonnellate di rifiuti previsti in produzione dal 2008 al 2012 in
tutta la regione Lazio.
Parte da qui il piano elaborato
dall’ufficio del commissariamento per l’emergenza rifiuti nel
Lazio, per «il superamento della fase emergenziale iniziata il
19 febbraio del 1999» e che si avvia a concludersi il 30 giugno
prossimo. Piano che, secondo quanto si apprende, il commissario
straordinario per l’emergenza rifiuti nel Lazio e presidente
della regione,
dall’ufficio del commissariamento per l’emergenza rifiuti nel
Lazio, per «il superamento della fase emergenziale iniziata il
19 febbraio del 1999» e che si avvia a concludersi il 30 giugno
prossimo. Piano che, secondo quanto si apprende, il commissario
straordinario per l’emergenza rifiuti nel Lazio e presidente
della regione,
Piero Marrazzo, sottoscriverà questo pomeriggio
prima di sottoporlo all’attenzione del consiglio regionale
previsto domani alla Pisana. Circa 17 milioni di tonnellate di
rifiuti prodotti nei prossimi cinque anni che dovranno essere
recepiti, trattati e smaltiti nelle strutture già esistenti o in
quelle, programmate in realizzazione e apertura dalla regione
Lazio per evitare la situazione Campania. «Una parte di questi
rifiuti – si legge nelle linee guida del piano regionale – sarà
recuperata attraverso la raccolta differenziata; una parte
avviata presso gli impianti di trattamento meccanico biologico e
la restante avviata in discarica». Premesso ciò, il piano
regionale entra nel dettaglio. Obiettivo della raccolta
differenziata nel Lazio resta il raggiungimento del 44,50% nel
2012, con un trend che prevede il raggiungimento del 17,80% nel
2008; 24,03% nel 2009; 31,15% nel 2010 e 35,60% nel 2011. Il
tutto per un totale di rifiuti solidi urbani differenziati di
5.176.394 tonnellate.
prima di sottoporlo all’attenzione del consiglio regionale
previsto domani alla Pisana. Circa 17 milioni di tonnellate di
rifiuti prodotti nei prossimi cinque anni che dovranno essere
recepiti, trattati e smaltiti nelle strutture già esistenti o in
quelle, programmate in realizzazione e apertura dalla regione
Lazio per evitare la situazione Campania. «Una parte di questi
rifiuti – si legge nelle linee guida del piano regionale – sarà
recuperata attraverso la raccolta differenziata; una parte
avviata presso gli impianti di trattamento meccanico biologico e
la restante avviata in discarica». Premesso ciò, il piano
regionale entra nel dettaglio. Obiettivo della raccolta
differenziata nel Lazio resta il raggiungimento del 44,50% nel
2012, con un trend che prevede il raggiungimento del 17,80% nel
2008; 24,03% nel 2009; 31,15% nel 2010 e 35,60% nel 2011. Il
tutto per un totale di rifiuti solidi urbani differenziati di
5.176.394 tonnellate.
Quattro in tutto gli «impianti previsti nel piano da autorizzare
per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti: a Bracciano
impianto di preselezione e riduzione volumetrica di rifiuti
solidi urbani (rsu) e produzione di cdr (combustibile da
rifiuto) per 100 mila tonnellate annue; a Colleferro impianto di
preselezione e riduzione volumetrica dei rifiuti e produzione di
cdr per 100 mila tonnellate annue; a Latina impianto di
preselezione e riduzione volumetrica di rsu e produzione di cdr
per 135 mila tonnellate annue; a Guidonia impianto di
preselezione e riduzione volumetrica di rsu e produzione di cdr
per 140 mila tonnellate annue».
Tali impianti, che si aggiungono
agli 8 già esistenti: Colfelice; Cecchina di Albano Laziale,
Roma (Malagrotta 1 e 2 , Roccacencia, Salaria) e Viterbo,
potrebbero «essere affiancati anche da un ulteriore impianto
sito in Paliano – specifica il piano regionale – attualmente
utilizzato per riprocessare la frazione secca proveniente
dall’impianto di Colfelice». Il tutto per una capacità di
trattamento totale dei rifiuti solidi urbani di 2.015.000
tonnellate all’anno. «Gli impianti previsti dal piano degli
interventi di emergenza non risultano però – prosegue la regione
Lazio nel piano rifiuti – sufficienti a garantire a regime il
trattamento di tutti i rifiuti prodotti».
agli 8 già esistenti: Colfelice; Cecchina di Albano Laziale,
Roma (Malagrotta 1 e 2 , Roccacencia, Salaria) e Viterbo,
potrebbero «essere affiancati anche da un ulteriore impianto
sito in Paliano – specifica il piano regionale – attualmente
utilizzato per riprocessare la frazione secca proveniente
dall’impianto di Colfelice». Il tutto per una capacità di
trattamento totale dei rifiuti solidi urbani di 2.015.000
tonnellate all’anno. «Gli impianti previsti dal piano degli
interventi di emergenza non risultano però – prosegue la regione
Lazio nel piano rifiuti – sufficienti a garantire a regime il
trattamento di tutti i rifiuti prodotti».
Originando così «un
deficit al 2012 di 211.170,36 tonnellate annue di rifiuti.
Deficit che registra nella città di Roma, Latina, Civitavecchia
e Colleferro» per i quali il piano prevede l’attuazione di
ulteriori impianti per la produzione di Fos (frazione organica
stabilizzata) o l’ampliamento degli impianti già esistenti quali
Roma, Colleferro e Latina. «Per quanto attiene invece il deficit
registrato per Civitavecchia – prosegue il piano – si evidenzia
che l’amministrazione comunale ha manifestato il proprio
interesse a realizzare uno specifico impianto all’interno del
proprio territorio. Si segnala, infine la possibilità di
realizzare un impianto di trattamento meccanico biologico nel
comune di Rieti al fine di ridurre la movimentazione dei rifiuti
verso la discarica di Viterbo».
deficit al 2012 di 211.170,36 tonnellate annue di rifiuti.
Deficit che registra nella città di Roma, Latina, Civitavecchia
e Colleferro» per i quali il piano prevede l’attuazione di
ulteriori impianti per la produzione di Fos (frazione organica
stabilizzata) o l’ampliamento degli impianti già esistenti quali
Roma, Colleferro e Latina. «Per quanto attiene invece il deficit
registrato per Civitavecchia – prosegue il piano – si evidenzia
che l’amministrazione comunale ha manifestato il proprio
interesse a realizzare uno specifico impianto all’interno del
proprio territorio. Si segnala, infine la possibilità di
realizzare un impianto di trattamento meccanico biologico nel
comune di Rieti al fine di ridurre la movimentazione dei rifiuti
verso la discarica di Viterbo».