UN OPUSCOLO PER SPIEGARE LE ETICHETTE SUGLI ALIMENTI

02/06/2008 di

Martedì 3 giugno, alle ore 10 presso la scuola media Giuliani, in via Cisterna, a Latina, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione dell’opuscolo “Etichettatura degli alimenti”. Si tratta di un progetto elaborato dalla Consulta provinciale degli utenti e dei consumatori, la prima istituita dalla Provincia di Latina che riconosce da sempre il ruolo economico e sociale dei cittadini in qualità di consumatori di beni e fruitori di servizi.

 
Tra i compiti della Consulta, quello di proporre alla Giunta provinciale indagini, studi e ricerche utili alla diffusione e al consolidamento delle associazioni per la tutela del consumatore; esprimere parere sui programmi di informazione ed educazione del consumatore e dell’utente predisposti dalla Provincia; concorrere attraverso forme di consultazione, alla definizione delle linee di programmazione provinciale; elaborare programmi e progetti per la diffusione di informazioni presso i consumatori e gli utenti della Provincia di Latina.

Da qui l’idea di una guida al riconoscimento e alla lettura delle etichette riportate sugli alimenti, come sono, come non devono essere. Tra gli obiettivi della Consulta vi è quello di creare in particolare la realizzazione di una rete di sportelli  territoriali individuati dalla Provincia e gestiti direttamente delle associazioni. Un supporto reale alle legittime esigenze dei cittadini per avere adeguate assistenze e consulenze in alcuni settori di servizi pubblici e privati connessi ai trasporti, servizi sociali, mercato immobiliare, all’accesso al credito, ai beni di consumo. L’organismo ha sede presso l’assessorato provinciale alle Attività Produttive di via Costa 1, rappresentato dall’Assessore Silvio D’Arco, e ad esso 19 associazioni del settore.

“Si tratta di un organismo estremamente importante – spiega l’Assessore D’Arco – a tutela dei cittadini, che pone la Provincia di Latina tra le prime in ambito regionale e nazionale. L’apporto delle associazioni, come in questo caso, ci consentirà di migliorare le nostre azioni programmatiche in un settore estremamente sensibile rispetto ai diritti e alla fruizione de servizi, sia pubblici che privati”.

Al termine della presentazione sarà distribuito l’opuscolo agli alunni della scuola che, tra l’altro, nel corso dell’anno scolastico hanno portato a termine un progetto sull’alimentazione.
 
 
COS’E’ L’ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI
 
 
La denominazione di vendita.
E’ la denominazione prevista dalle disposizioni che disciplinano il prodotto stesso o il nome consacrato da usi e consuetudini o una descrizione della merce; non può essere sostituita da un nome di fantasia o da un marchio di fabbrica.
L’elenco degli ingredienti.
Devono essere riportati in ordine di quantità decrescente. Anche se gli ingredienti non vengono espressi in percentuale, l’elencazione fornisce utili informazioni per individuare la presenza di sostanze più o meno gradite e per effettuare un confronto fra prodotti analoghi; per capire, dalla posizione che un componente occupa, se un alimento ha un certo sapore perchè contiene quella sostanza o solo l’aroma. Tra gli ingredienti sono compresi gli additivi, sostanze chimiche per lo più prive di valore nutrizionale, che hanno lo scopo di garantire la conservazione o di conferire particolari caratteristiche agli alimenti. Alcuni additivi (coloranti, conservanti, antiossidanti, emulsionanti, addensanti ecc.) vengono designati con il nome della categoria, cui segue il nome specifico o il corrispondente numero CEE (es. "antiossidante: acido L-ascorbico o E 300"). Le sostanze aromatizzanti vengono designate in etichetta come "aromi naturali" o "aromi" (di origine sintetica).
 
 
  Altre indicazioni
   
      – La quantità netta.
E’ importante controllare la quantità netta contenuta nell’unità di vendita, rapportandola al prezzo, per non avere, da grandi confezioni … piccole sorprese! – Il termine minimo di conservazione o la data di scadenza.
La dicitura "Da consumarsi preferibilmente entro il …" è la data di preferibile consumo (o termine minimo di conservazione) fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue specifiche proprietà in adeguate condizioni di conservazione. La dicitura "Da consumarsi entro il …" è il termine perentorio entro il quale il prodotto deve essere consumato ed è obbligatorio per i prodotti altamente deperibili dal punto di vista microbiologico; l’alimento non può assolutamente essere posto in vendita dopo tale data di scadenza. Il termine minimo di conservazione e la data di scadenza restano validi se il prodotto è adeguatamente conservato (in ambienti adatti, alle temperature previste, lontano da fonti di calore, in luoghi asciutti): in caso contrario i processi di alterazione possono essere sensibilmente accelerati e l’alimento potrà risultare "avariato" anche molto prima di quanto previsto. – Il nome e la sede del produttore o del confezionatore.
– La sede dello stabilimento di produzione o confezionamento.
Tramite l’etichetta il consumatore può conoscere il nome e la sede del fabbricante o del confezionatore o del venditore di un alimento; a volte il nome dell’operatore è sostituito da un marchio depositato. Va sempre indicata la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento.
– Un numero di identificazione del lotto.
La dicitura che consente di identificare il lotto di appartenenza di un prodotto è leggibile sulla confezione in forma di numero a più cifre o in forma alfanumerica ed è preceduto dalla lettera "L"; altre volte tale iscrizione è sostituita dal giorno e dal mese del termine minimo di conservazione o dalla data di scadenza. Prodotti contraddistinti dal medesimo numero di lotto hanno le stesse caratteristiche. Il lotto può essere utile per l’individuazione delle partite non conformi, da ritirare dal commercio. – Le modalità di conservazione e utilizzazione. – Le istruzioni per l’uso.
– Il luogo di origine o di provenienza.
Sono menzioni obbligatorie solo se:
– è necessaria l’adozione di particolari accorgimenti in funzione della natura del prodotto o, per alimenti di uso non comune, è indispensabile specificarne le modalità di impiego;
– l’omissione del luogo di origine o di provenienza può indurre in errore l’acquirente.
 
  Le frodi più frequenti
   
      – Dichiarazioni false in merito alla provenienza, qualità, composizione, caratteristiche, etc. di un alimento.
– Indicazioni ingannevoli ed insidiose, atte a magnificare indebitamente un prodotto e le sue caratteristiche.
– Mancata corrispondenza degli ingredienti dichiarati: assenza o minor contenuto di quelli di pregio.
– Mancata elencazione di quelli "indesiderati" (es. conservanti) o di minor valore (es. oli di diversa natura).
– "Manipolazioni" della data di scadenza o di preferibile consumo.