MASSACRO CIRCEO/GUIDO E’ LIBERO, PARENTI VITTIME INORRIDITI

31/05/2008 di

Il suo fine pena era fissato al 25 agosto del 2009. Ma è dall’11 aprile scorso che Giovanni Guido è tornato a casa, in affidamento un prova ai servizi sociali.
Per quella strage commessa in una villa del Circeo la notte del 30 settembre del 1975, quando assieme ad Angelo Izzo e Andrea Ghira uccise la sedicenne Rosaria Lopez e ridusse in fin di vita Donatella Colasanti, Guido ha pagato con una ventina di anni di carcere in tutto. Contro i 30 che gli erano stati inflitti. Ma tra indulti (quello del 1990 e del 2006), benefici penitenziari previsti dalla ‘Gozzinì, regime di semilibertà e infine affidamento in prova ai servizi sociali, la sua pena è oramai arrivata al termine.

 
Seppure quell’ex ragazzo di una famiglia bene della borghesia romana abbia fatto di tutto, in passato, per non restare in cella: nel 1981 fuggì dal carcere di San Giminiano per rifugiarsi in Argentina, e nel 1985 evase anche da Buenos Aires. Letta la notizia pubblicata dal ‘Corriere della Serà, i familiari delle vittime si abbandonano al dolore attraverso i propri legali. «È legittimo che Gianni Guido intenda rifarsi una vita, anche se spiace che la stessa occasione non è stata concessa Rosaria», è il messaggio della sorella della Lopez, picchiata violentata e affogata nella vasca da bagno in quella tragica notte di oltre 30 anni fa. «C’è tanta amarezza, non doveva finire così», si limita a dire Roberto Colasanti, fratello di Donatella.
 
Sopravvissuta al massacro solo perchè finse di non essere più in vita dopo che i tre aguzzini la massacrarono di botte, la Colasanti è morta il 30 dicembre 2005 per un tumore al seno, pochi mesi dopo che Angelo Izzo, rimesso in liberta vigilata, tornò a violentare e a uccidete una donna e sua figlia di 14 anni.
 «Per chi si è macchiato di delitti efferati come quello si dovrebbe buttare la chiave del carcere, o quanto meno fare in modo che sconti la sua pena fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno», taglia corto Silvana Mura, dell’Idv. « Il »mio pensiero va a Rosaria Lopez ammazzata al Circeo dopo una notte di violenze e a Donatella Colasanti, uscita viva ma quasi spezzata da quella terribile esperienza«, aggiunge Vittoria Franco (Pd), ministro delle Pari opportunità del governo ombra.
 
Ma secondo il provvedimento del Tribunale di sorveglianza di Roma da parte di Gianni Guido c’è stata una »revisione critica dei trascorsi devianti«, avvenuta attraverso una condotta in carcere sempre regolare, con una partecipazione convinta alle attività trattamentali (psicoterapia, impegno nello studio con il conseguimento della laurea, riscoperta dei valori della religione), e infine con un reinserimento lavorativo in una cooperativa di Civitavecchia che si occupa di disagio sociale.  Insomma, un ‘percorso silenzioso di pentimento» per cui l’ormai 52/enne ex ragazzo del Circeo non è più da ritenersi socialmente pericoloso. Guido era in semilibertà dallo scorso luglio: usciva dal carcere di Civitavecchia la mattina e vi tornava la sera. Da poco più di un mese è tornato a casa dei genitori. Non può uscire la sera, ha l’obbligo di ricercare un lavoro stabile, di proseguire la psicoterapia, di svolgere attività di volontariato. Dal 25 agosto 2009 neppure questo.
 
 
UN COLLEGA DELLA COOPERATIVA: "CREDO CHE GUIDO SIA PENTITO"
 
Un rifiuto a commentare ufficialmente ma anche una convinzione sul suo pentimento sono le due reazioni raccolte oggi attorno alla cooperativa di Civitavecchia per la quale da quasi un anno lavora Gianni Guido, uno dei tre massacratori del Circeo appena tornato a casa in affidamento ai servizi sociali.
 Il presidente della cooperativa sociale «Fuori c’entro», Andrea Trincanato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Una persona attiva negli ambienti delle cooperative e che conosce Guido, chiedendo l’anonimato, ha però detto: «credo che il suo pentimento sia sincero. Vorrebbe che il suo passato fosse cancellato per sempre. Non per gli anni trascorsi in carcere, ma per i rimorsi di coscienza». La cooperativa «Fuori c’entro», costituita qualche anno fa a Viterbo, si è poi trasferita a Civitavecchia dove impiega in lavori agricoli e di apicoltura detenuti ed ex detenuti dei due penitenziari locali di Borgata Aurelia e di Via Tarquinia. Uno dei suoi elementi più attivi, anche sul piano organizzativo, è l’ex terrorista neofascista Mario Tuti. Guido lavora nel settore amministrativo e dall’11 aprile scorso ogni sera deve rientrare a casa dei genitori al quartiere Nomentano di Roma entro le 21, comunicare i suoi spostamenti alla Polizia e seguire programmi indicati dai servizi sociali ai quali è stato affidato.