Omicidio di Roccagorga, si torna in aula: processo da rifare

24/02/2011 di
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Torna in aula, davanti alla Corte d’Assise di Appello, il caso dell’omicidio di Aquilina Pacifici, la 83enne uccisa nel suo appartamento di Roccagorga il 23 giugno 2007 con una coltellata alla gola inferta dalla figlia Maria Filomena Foglietta. Il nuovo processo, in sede di rinvio, si svolgerà il 28 marzo a Roma. La notizia è anticipata dal quotidiano Il Messaggero.

Il 25 novembre scorso ci fu la clamorosa decisione della Corte di Cassazione che annullò la condanna otto anni di carcere inflitta in secondo grado all’imputata. Una sentenza che probabilmente farà giurisprudenza visto che i giudici hanno deciso di riconsiderare l’attenuante della provocazione, confermando anche la semi infermità mentale della donna.

Ma ora, trattandosi di un processo in sede di rinvio, i giudici d’Appello (in diversa composizione) sono chiamati nuovamente ad affrontare due punti fondamentali: la provocazione e la pericolosità sociale. Si tratta di due punti sottolineati dagli avvocati di Foglietta, Angelo Palmieri e Sinuhe Luccone, i quali presentarono quattro motivi in Cassazione: il vizio totale di mente, la provocazione della vittima, la pericolosità sociale e le attenuanti generiche. Di questi quattro motivi, solo due saranno trattati nel nuovo processo: la provocazione e la pericolosità sociale.

La Cassazione ha infatti scritto nella motivazione che «la sentenza merita censura laddove ha escluso la provocazione che ha ritenuto incompatibile con la diminuente della semi-imputabilità, valorizzando il fatto che le aggressioni fisiche della madre, malata, contro la figlia erano ricorrenti, con la conseguenza che di tali accadimenti lesivi l’imputata doveva esserne consapevole». Insomma la provocazione della vittima che picchiava regolarmente la figlia va considerata nuovamente.

In primo grado, il 30 gennaio 2009, il gup di Latina Giuseppe Cario, a conclusione del processo con rito abbreviato, condannò la donna a 14 anni di carcere senza riconoscere neppure l’incapacità parziale, poi ammessa dai giudici di secondo grado (che ridussero a 8 anni la condanna) e successivamente confermata anche in Cassazione.Ora è da valutare nuovamente anche la pericolosità sociale, ipotesi da escludere secondo i difensori, in dubbio anche secondo la Cassazione. Il delitto avvenne in una situazione di grande disagio personale dell’imputata. Se la linea dei difensori Palmieri e Luccone dovesse essere accolta nel nuovo processo, Filomena Foglietta potrebbe ottenere una condanna a soli 5 anni.