Usura, nel Lazio colpito il 35% dei commercianti

Ventottomila commercianti colpiti dall’usura, pari al 35% delle attività commerciali attive e un giro d’affari stimato in 3,3 milioni di euro. Sono questi alcuni dati sul fenomeno dell’usura nel Lazio diffusi nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo coordinamento regionale di Rete per la legalità che riunisce oltre 40 associazioni e fondazioni antiracket.
Secondo i dati, forniti da Sos Impresa, il Lazio sarebbe la regione più colpita rispetto alle altre italiane; nel 2009 sono state 19 le operazioni antiusura condotte dalle forze dell’ordine e che hanno portato all’arresto di 98 persone. Ma qual’è l’identikit dell’usuraio? Si va dal semplice pensionato o libero professionista che opera da solo (il cosiddetto ‘cravattarò) alle bande di quartiere fino ad arrivare a reti di professionisti, finanziarie e criminalità organizzata.
«L’usura è sempre più un fenomeno associativo – ha spiegato il presidente di Sos Impresa Lino Busà – Ci sono delle vere e proprie organizzazioni di privati, molto spesso formate da professionisti quali avvocati e commercianti, che fanno usura. Persiste, anche se in minor numero, l’usura di quartiere, quella fatta dai ‘cravattari. A Roma a svolgere sempre più quest’attività illecita sono i gruppi nomadi e gli zingari. A dimostrarlo sono i tanti arresti fatti dalle forze dell’ordine tra le famiglie nomadì».
«Per quanto riguarda la criminalità organizzata – ha aggiunto – esistono delle cosche della camorra nel Lazio ma svolgono la loro attività di usura più nel Sud. Nel litorale e nel sud del Lazio è più forte il fenomeno dell’usura da parte di cosche di terza generazione, che sono ormai consolidate e che hanno perso i rapporti con le cosche madri».
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