FRAG FASHION BLOG Edit Head: tra colori, forme e passioni

23/08/2022 di

In questi giorni d’estate i miei incontri e le mie consulenze stanno continuando, mentre le mie vacanze sono volte al termine, il mio lavoro mi dà l’opportunità di conoscere nuove persone, ognuna con la propria storia.

Tra le tante ho incontrato un giovane attore, con il quale abbiamo parlato, fatto analisi del colore e una chiara considerazione di quanto sia importante per alcuni mestieri la narrazione che si crea attraverso gli abiti, tra le forme e i colori.
Allora il mio pensiero è arrivato fino a Edith Head.

Edith Head è stata una delle prime e più grandi costumiste della storia del cinema, una donna geniale, colta, intraprendente, dotata di grande empatia, caratteristiche fondamentali per entrare in comunicazione con dive e registi.
Il suo intento era quello di far entrare le attrici non solo in empatia con lei, ma soprattutto con i loro personaggi, ascoltandole e assecondandole, creando fiducia nei suoi confronti.

Ha lavorato con attrici e attori hollywoodiani come Ingrid Bergman in Notorious-L’amante perduto del 1946, con Elizabeth Taylor in Un posto al sole del 1951, con Audrey Hepburn in Vacanze Romane del 1953, Grace Kelly nella Finestra sul cortile del 1954 e molti altri, realizzando il suo ultimo film uscito nel 1982, Il mistero del cadavere scomparso.

E’ stata la donna con più Oscar vinti (la quarta persona ad aver ricevuto più premi Oscar) e con più candidature nella storia del cinema. Trentacinque candidature e otto Oscar, più una stella sulla Holliwoodiana Walk Fame, per il suo contributo nell’industria del cinema stesso.

Nel 1952 vinse due Oscar, perché in quel periodo era in vigore la divisione tra Oscar per film in bianco e nero e quelli a colori.
Edith Head tramite il suo lavoro riuscì a capire nella sua complessità quanto si possa raccontare attraverso il colore e le forme di un abito, quanto realmente possano influenzare l’interlocutore e creare una narrazione che corrisponda esattamente a quella dello sceneggiatore, tra inconscio e realtà.

Si laureò nel 1919 in letteratura francese, ma la sua vita cambiò dopo aver risposto ad un annuncio della Paramount Pictures la quale cercava personale nel dipartimento costumi. Iniziò così disegnando costumi per i film muti per poi affermarsi, dopo qualche anno, tra le migliori costumiste. Ma furono gli anni’50 a renderla veramente la grande professionista che poi è stata, tra film, libri di moda e partecipazioni a show.

Morì nell’ottobre del 1981 lasciandoci un valore artistico immenso e per questo la ringrazio infinitamente.

Tornando a noi, in questi ultimi anni ho potuto capire e vedere con i miei occhi quanto realmente gli abiti, gli accessori, tra scarpe e occhiali, possano raccontare delle persone stesse che li indossano; se solo riuscissimo a soffermarci un pochino sui dettagli, spesso otterremmo le informazioni in più per imparare a conoscere gli altri.

“Quello che il costumista fa è a metà tra la magia e il camouflage.
Creiamo l’illusione di trasformare gli attori e le attrici in quello che non sono”.
Edith Head