Beni confiscati alla criminalità, la Regione raccoglie le richieste dei Comuni. Ma Latina non c’è

15/12/2021 di

L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e gestione dei beni confiscati ha acquisito le manifestazioni di interesse per oltre 2.000 beni in tutta Italia.

Ieri si è svolta la conferenza dei servizi per le Regioni Lazio, Emilia Romagna e Puglia. Hanno partecipato i rappresentanti delle Regioni e di alcune Province, della Città Metropolitana di Bari, di 38 Comuni interessati e dell’Agenzia del Demanio. Gli Enti invitati hanno richiesto 109 immobili, presenti nel territorio di rispettiva competenza che verranno acquisiti al patrimonio indisponibile per finalità istituzionali o sociali sulla base di uno specifico progetto di utilizzo, per un valore di circa 20,8 milioni di Euro.

ll Comune di Latina non era presente alla Conferenza dei Servizi e dunque non ha manifestato interesse ad acquisire i beni disponibili.

L’iter prevede l’affidamento dei beni presenti nel Lazio, di cui 36 si trovano in provincia di Latina. Parliamo soprattutto di abitazioni, ville, appartamenti, ma anche locali commerciali e terreni.

Dalla provincia pontina è arrivata una risposta positiva soltanto per 22 dei 36 beni che dovevano essere collocati. Dei 14 restanti, 12 si trovano nel territorio del comune di Latina e per ora non saranno assegnati. Alla conferenza il Comune di Latina non ha partecipato, ma era presente un rappresentante della Prefettura il quale ha comunicato che non c’era interesse per i beni in lista.

Nell’elenco compare una proprietà in via Muzio Scevola, un appartamento in Corso della Repubblica, una villa sulla Pontina, quattro terreni sempre a ridosso della Pontina. La Guardia di Finanza ha invece formalizzato l’interesse per alcuni dei beni che potrebbero essere destinati ad alloggi per i propri militari distaccati a Latina.

In provincia è andata diversamente: Fondi ha manifestato interesse per 9 beni, Sperlonga per 4, Aprilia per altri 7 beni.

CIOFFREDI: IL QUADRO REGIONALE. “Ringrazio il personale dell’ANBSC e i Nuclei di Supporto delle Prefetture del Lazio per il lavoro istruttorio che ha portato alla Conferenza – ha detto Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’ Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio – Su 134 beni è stato manifestato un positivo interesse all’ utilizzo di 85 beni da parte dei Comuni e dall’Agenzia del Demanio per conto delle Forze di Polizia. Laddove sullo stesso bene si siano  verificate più richieste il direttivo dell’ANBSC deciderà in funzione del progetto presentato. Un esito senza dubbio positivo della Conferenza con la necessità di un ulteriore approfondimento da parte di alcuni Comuni nelle province di Roma, Frosinone e Latina.

Infatti se per i beni collocati a Roma il Comune e i Municipi hanno risposto positivamente per 31 beni su 39 e in provincia di Viterbo sono 15 su 16,  in Provincia di Roma 9 su 26, in provincia di Latina 22 su 36, in provincia di Frosinone 5 su 17 e in provincia di Viterbo 15 su 16. Oltre ai beni presentati esaminati oggi, in questi anni l’ANBSC ha destinato nel Lazio 847 beni, assegnati in gran parte a 79 comuni oltre che da altre amministrazioni dello Stato e Regione. Ricordiamo sempre che il numero dei beni riguarda in realtà le particelle catastali confiscate, pertanto una villa o un terreno può essere formato da più particelle catastali. A Roma sono presenti 303 beni immobili confiscati di cui 232 assegnati al Comune, nelle province risultano 192 in quella di Roma, 208 a Latina, 107 a Frosinone, 30 a Viterbo e 7 a Rieti”.

“Le tante esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati nel Lazio rappresentano luoghi di memoria con un robusto profilo simbolico, culturale ed etico che scalfiscono l’idea di invincibilità delle mafie. Da un nostro monitoraggio – spiega Cioffredi – risulta che sono oltre 50 le realtà del terzo settore che nella nostra regione sviluppano progettualità sociale nei beni confiscati, affermando un principio importante di reciprocità tra riutilizzo sociale del bene, lotta alle mafie e sviluppo locale.

Da una stima effettuata soltanto il 50% dei beni nel Lazio sono riutilizzati, mentre circa il 15% sono in fase avanzata di ristrutturazione e procedure di assegnazione. Una delle criticità principali che ha rallentato in questi anni l’effettivo riutilizzo dei beni confiscati è sempre stata la mancanza o insufficienza di risorse finanziarie necessarie per garantire la ristrutturazione e la riconversione dei beni immobili. Tutto ciò non può ricadere solo sui Comuni, ma deve rappresentare la necessità di una maggiore corresponsabilità di tutte le Istituzioni a partire dal Governo nazionale nell’affermare il valore del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.

Spesso i Comuni non hanno le risorse per ristrutturare gli immobili confiscati. Gli immobili arrivano al loro patrimonio indisponibile dopo 6-15 anni, passando dal sequestro alla confisca definitiva, fino all’assegnazione. La Regione Lazio in questi anni ha finanziato a comuni e associazioni 48 progetti di ristrutturazione di beni confiscati ed entro febbraio ne finanzierà altri 30. Continueremo a fare la nostra parte ma servono risorse nazionali che purtroppo il Governo, come nel caso dei 250 milioni del Pnrr riserva solo alle Regioni del sud. Da questo punto di vista serve un cambio di rotta, perché ormai il 26% dei beni confiscati sono presenti nel centro nord a conferma dell’espansione delle mafie in tutto il Paese” conclude Cioffredi.