Soldi al clan Di Silvio per ottenere voti per la Lega, due arresti. Indagato l’europarlamentare Matteo Adinolfi

13/07/2021 di

Due arresti a Latina per scambio elettorale politico mafioso. Polizia e carabinieri hanno eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Roma su richiesta della Dda capitolina. Le misure riguardano l’imprenditore Raffaele Del Prete, operante nel settore dei rifiuti, e un suo collaboratore Emanuele Forzan.

Secondo l’accusa in occasione delle elezioni amministrative del 2016 a Latina i due, previo pagamento di una somma di 45 mila euro a membri del clan Di Silvio, hanno assicurato l’aggiudicazione di almeno duecento voti a Matteo Adinolfi capolista candidato nella lista «Noi con Salvini», nei quartieri di influenza del clan.

Emanuele Forzan lo scorso anno è stato nominato commissario della Lega a Sezze e successivamente ha ottenuto un incarico per la Lega nel settore Comunicazione delle attività in Regione Lazio.

L’INDAGINE. Il provvedimento restrittivo – spiegano gli investigatori – è legato alle risultanze acquisite in due diverse indagini eseguite dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e dagli Agenti delle Squadre Mobili di Latina e Roma, con il supporto e la collaborazione del Servizio Centrale operativo della Polizia di Stato. Le indagini si basano anche su quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese che hanno confermato quanto accertato dai militari dell’Arma. In particolare è stato documentato che il collaboratore Riccardo, indagato in concorso nell’odierno provvedimento, è risultato essere il tramite per l’accordo politico mafioso tra il gruppo criminale e l’imprenditore operante nel settore dei rifiuti. Riccardo ha ricevuto una sorta di investitura da parte dei Di Silvio nel curare i rapporti con la politica della provincia di Latina ed in occasione della tornata elettorale del 2016, tramite l’imprenditore, di sostenere la candidatura di un politico della lista «Noi per Salvini» nonché dell’attacchinaggio dei manifesti relativi al candidato.

Il pagamento dei 45 mila euro è avvenuto in tre tranche all’interno dell’azienda; in base all’accordo illecito, nessuno degli appartenenti alla famiglia Di Silvio si sarebbe dovuto presentare nella sede del partito, per evitare di apparire come «collettore» di voti «procurati da soggetto interno al clan», mentre l’imprenditore avrebbe fatto avere le comunicazioni al clan esclusivamente tramite il pentito.

L’elezione di Matteo Adinolfi sarebbe stata per l’imprenditore pontino Raffele Del Prete funzionale alle strategie economiche della sua società per ottenere verosimilmente il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche nel territorio pontino.

LE REAZIONI

PD. «Le notizie che questa mattina arrivano da Latina sono preoccupanti. Se dovessero essere confermate le accuse della Procura ci troveremo di fronte ad un quadro grave ed inquietante, che porterebbe alla luce un rapporto tra clan mafiosi e rappresentanti della Lega. A prescindere da come finirà la vicenda, ad ottobre ci sarà un importante appuntamento amministrativo, l’augurio è che tutte le forze politiche facciano attenzione ai propri candidati e, soprattutto, ai loro rapporti». Lo scrive, in un comunicato, il vice segretario del Pd Lazio, Enzo Foschi.

MOVIMENTO CINQUE STELLE. «Ciò che sta emergendo dalle indagini condotte dalla Dda capitolina sullo scambio elettorale politico-mafioso che si sarebbe verificato a Latina, in occasione delle elezioni comunali del 2016, è allarmante. I cittadini meritano una classe politica che sia davvero trasparente e che lavori esclusivamente per fare l’interesse della comunità». È quanto affermato, in una nota, da Eugenio Saitta, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Giustizia. «Parliamo di un procedimento ancora in fase di indagine – aggiunge – e sarà compito della magistratura fare piena luce sui fatti. Le circostanze descritte dai siti d’informazione sono molto gravi: un imprenditore, finito agli arresti domiciliari, avrebbe pagato 45mila euro ad alcuni membri del clan Di Silvio per garantire almeno 200 voti a Matteo Adinolfi, all’epoca, nel 2016, candidato alle elezioni comunali nella lista ‘Noi con Salvinì». «Tra l’altro, recentemente, un’inchiesta giornalistica aveva rivelato l’esistenza di una zona grigia, fatta di rapporti poco chiari tra politici e criminalità organizzata, proprio nella stessa zona interessata dai fatti che siamo costretti a commentare oggi. Il nostro impegno sarà quello di seguire passo passo gli sviluppi del procedimento penale, nell’interesse di tutti i cittadini onesti» conclude.

 VIRGINIA RAGGI. «La criminalità con ‘la monnezzà si arricchisce e prova a condizionare le amministrazioni. Questa mattina all’alba due persone sono state arrestate a Latina nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia: secondo l’accusa, un imprenditore operante nel settore dei rifiuti avrebbe pagato 45mila euro a membri del clan camorristico ‘Di Silviò in cambio di duecento voti al capolista candidato da ‘Noi con Salvinì in occasione delle amministrative di Latina del 2016». Lo scrive su Facebook la sindaca di Roma Virginia Raggi.