“Voglio morire uccidendo gente”, bloccato un terrorista in provincia di Latina

10/07/2021 di

Dall’Italia inviava email scrivendo di voler “porre fine alla propria vita uccidendo la gente” con minacce nei confronti dei «francesi e delle loro istituzioni». Ma già in passato si era fatto tristemente “notare” perché aveva esaltato l’operato di Mohamed Merah, accusato di essere il il responsabile degli attentati del 2012 di Tolosa e Montauban, in Francia, in cui furono uccise 7 persone e 5 rimasero ferite, di cui quattro in modo grave.

Il 40enne, un tunisino residente in Francia, è stato rintracciato e bloccato venerdì pomeriggio in un appartamento a Terracina. L’uomo era fuggito il 29 maggio da un centro psichiatrico di Bassens, in Francia, ed era ricercato nel suo Paese e in ambito Schengel, per apologia del terrorismo, reati contro la persona e in materia di stupefacenti. Per le Autorità francesi si tratta di un «soggetto pericoloso».

La sua individuazione in Italia è stata il risultato di una «complessa» attività investigativa condotta, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, dalla Digos della Questura di Latina e da personale specializzato del Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Dcpp/Ucigos, iniziata proprio alla fine di maggio, quando fu accertato il suo passaggio nelle stazioni ferroviarie di Genova, Roma ed infine Napoli.

Ma la svolta nelle indagini è avvenuta oltre un mese dopo, esattamente il 7 luglio quando la Sala Operativa Internazionale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip) ha segnalato in tempo reale che lo straniero aveva inviato una serie di mail con le minacce alle autorità francesi e i propositi di attentati suicidi. Si è così ristretto il cerchio intorno all’uomo e ciò è bastato per permettere al team investigativo di arrivare in poche ore al suo nascondiglio e di bloccarlo.

Mentre il tunisino è stato riaffidato alla polizia francese, precisamente al Centro di cooperazione di Polizia internazionale di Modane, in Italia è al vaglio degli investigatori il materiale informatico sequestrato a Terracina per cercare di ricostruire la rete dei suoi possibili contatti nel nostro Paese.