Durigon e la Lega, un video sui rapporti pericolosi a Latina e Terracina

29/04/2021 di

Una video inchiesta di Fanpage mostra un filmato girato di nascosto nel quale si vede Claudio Durigon, attuale sottosegretario al Tesoro del governo Draghi e fedelissimo di Matteo Salvini, che dichiara: “Quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi“.

Nel servizio vengono ripercorse tutte le tappe dell’alleanza tra Ugl e Lega, con riferimenti alle roccaforti elettorali di Latina e Terracina, ai presunti rapporti con i clan criminali. Una serie di nomi ed episodi che hanno caratterizzato le cronache degli ultimi anni vengono riportati per tracciare il quadro degli equilibri di forza che hanno portato all’ascesa della Lega, anche grazie al sostegno del sindacato di destra.

Tra le numerose testimonianze raccolte ci sono anche quelle di ex militanti della Lega ed ex sindacalisti dell’Ugl, poi espulsi.

Il servizio di Fanpage sottolinea anche il ruolo di Luciano Iannotta che avrebbe sostenuto l’ingresso in politica di Claudio Durigon offrendogli un appartamento nel centro di Latina nel palazzo “Pegasol” come base per il comitato elettorale.

E’ stato intervistato anche Andrea Fanti, attivista della Lega e impegnato nella campagna elettorale con Durigon. Il nome di Fanti emerge nelle carte dell’Antimafia, viene citato da Agostino Riccardo, uno dei pentiti del clan Di Silvio, che lo accusa di aver pagato una mazzetta da cinquemila euro per dei favori in occasione di una precedente competizione elettorale, accuse respinte da Fanti.

IL VIDEO di Fanpage

Nel video di Fanpage si parla anche di un altro nome tirato fuori dal pentito Agostino Riccardo, quello di Simone Di Marcantonio, sindacalista dell’Ugl al quale fu poi revocato l’incarico per “scarsi risultati”. Il 17 agosto 2018 il pentito Agostino Riccardo, parlando di Sergio Gangemi (considerato dagli investigatori vicino alla ‘Ndrangheta), indicò come un suo prestanome «Simone Di Marcantonio con il quale ha delle società che gestiscono centri anziani a Latina e dintorni. Sergio Gangemi ha a che fare con il proprietario della società omissis che si occupa dell’allestimento di veicoli speciali». Nei verbali molti nomi furono coperti da omissis per non rivelare dettagli che potrebbero compromettere le indagini.