Reddito di cittadinanza alle donne del clan Di Silvio, scattano le denunce

20/03/2021 di

A conclusione degli accertamenti svolti dal Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro – Nucleo Ispettorato del Lavoro di Latina nel settore dei redditi di cittadinanza, da giugno 2020 a gennaio 2021 sono state verificate numerose domande presentate da vari appartenenti alla nota famiglia criminale dei Di Silvio.

“In particolare – scrivono i carabinieri in una nota stampa – due presentate a ottobre 2019 tramite patronato Enac del capoluogo, per un reddito indebitamente percepito da novembre 2019 a novembre 2020 per oltre 10mila euro ciascuno, a nome di Angela Di Silvio, detta «Stella», moglie di Samuele e nuora di Armando detto «Lallà» per un nucleo familiare composto dalla richiedente più quindici soggetti dichiarati conviventi, tra i quali risultavano beneficiari cinque uomini sottoposti a misure cautelari in carcere e quattro donne, compresa se stessa, agli arresti domiciliari, in relazione al procedimento penale della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nell’operazione di polizia «Alba Pontina».

Poi, Genoveffa Sara Di Silvio che dichiarava tra i beneficiari la stessa, agli arresti domiciliari, più 3 persone, fra cui il consorte Federico Arcieri, detenuto in carcere, per essere imputati sempre nel nominato procedimento «Alba Pontina».

Entrambe le donne sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Latina sia per l’illegittimo beneficio percepito, sia per l’evasione dagli arresti domiciliari commessa per presentare le istanze negli uffici del patronato. I carabinieri hanno poi comunicato all’Inps il provvedimento per la revoca del reddito di cittadinanza.

Accertamenti sono stati effettuati sulla domanda presentata da Francesca De Rosa, nuora del capo famiglia Armando Di Silvio, agli arresti domiciliari in relazione al procedimento penale della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nell’operazione di polizia Alba Pontina, su due nuove domande presentate da Angela e Genoveffa Sara, rispettivamente ad ottobre e dicembre 2020, per richiedere un ulteriore reddito di cittadinanza, nelle quali, come per le precedenti, veniva omesso di comunicare la posizione giudiziaria propria e dei rispettivi familiari, facendo si che l’Istituto previdenziale, tratto nuovamente in inganno, le riapprovasse e ponesse in riscossione il contributo.

Ancora, sotto la lente dei carabinieri una domanda presentata a marzo 2019 da Antonietta Di Silvio, una datata 12 febbraio 2020 da Daniele Sicignano, appartenente al clan e già arrestato in relazione al procedimento penale della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nell’operazione di polizia Alba Pontina, e presentata durante il successivo regime cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G., in pieno contrasto con la normativa in materia. Accertamenti su quella presentata da Francesca De Rosa permettevano di acclarare che la stessa il 28 gennaio 2021 otteneva una carta di identità elettronica valida per l’espatrio rilasciata dal Comune di Latina. Dalle verifiche risultava, infatti, che il 5 dicembre 2019, sottoscrivendo e dichiarando falsamente di non averne cause ostative, otteneva il documento di identità valido per l’espatrio nonostante non ne avesse i requisiti di legge richiesti”.