Truffavano il fisco usando le aziende, indagine anche a Latina

06/03/2021 di

Nei giorni scorsi i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza hanno dato esecuzione a misure cautelari reali a carico di due coniugi, M.W. (di anni 70) e S.M.M. (di anni 60), amministratori di una società del basso vicentino e operante nel settore della vigilanza privata in Veneto e in regioni limitrofe, entrambi indagati per una frode perpetrata dal 2019 fino allo scorso settembre nei confronti dell’Erario e degli Istituti Previdenziali.

L’attività investigativa ha tratto origine dalla mirata attività di analisi di rischio economico- finanziario effettuata dai militari della Tenenza di Noventa Vicentina che, sulla base degli alert pervenuti dall’Inps di Vicenza nell’ambito del fenomeno delle «indebite compensazioni» e mediante l’utilizzo degli strumenti di informatica operativa in uso al Corpo, hanno intercettato il sistema fraudolento posto in essere dai due coniugi amministratori dell’impresa vicentina che compensava i propri debiti tributari con crediti previdenziali di altre imprese dislocate sul territorio nazionale.

In particolare, è emerso che la società, all’apparenza coerente sotto il profilo tributario, in quanto in regola con la presentazione delle prescritte dichiarazioni fiscali e contributive, provvedeva tuttavia a «versare» il debito verso l’Erario e gli Enti previdenziali attraverso delle false compensazione di imposte e contributi con crediti previdenziali di altre imprese, ben 14, del tutto inconsapevoli della frode in atto, ubicate nelle province di Vicenza, Napoli, Roma, Latina, Trento e Monza-Brianza.

L’intervento delle Fiamme Gialle ha consentito di interrompere il sistema di «false compensazioni orizzontali», ossia tra tributi diversi, architettato dai coniugi, quantificando il profitto illecito complessivo della frode in 911.000 euro. Inoltre i finanzieri hanno constatato che l’impresa vicentina procedeva sistematicamente alla presentazione dei modelli F24 tramite il sistema home-banking e attraverso conti correnti intestati a una delle imprese ignare coinvolte nel meccanismo fraudolento, accesi presso filiali abruzzesi di alcuni Istituti di Credito sui quali non vi era alcuna delega ufficiale ad operare.

L’Autorità Giudiziaria berica ha emesso un decreto di sequestro preventivo, anche «per equivalente» di disponibilità finanziarie, societarie e di beni degli indagati che è stato eseguito dai finanzieri su denaro depositato su rapporti bancari accesi dai coniugi presso diversi Istituti di Credito, nonché su 2 immobili siti in Castegnero (VI).