Addio a Vittorio Iacovacci, funerale a Fossanova e tumulazione a Sonnino

26/02/2021 di

Picchetto d’onore, la bara avvolta nella bandiera tricolore e il feretro scortato dai carabinieri. Grande commozione nell’Abbazia di Fossanova dove nel pomeriggio il vescovo Mariano Crociata ha celebrato i funerali di Vittorio Iacovacci, il carabiniere ucciso nei giorni scorsi in Congo.

In prima fila i familiari e la fidanzata di Iacovacci che, commossa, ha ricordato il militare. «Ci lasci da eroe» ha detto tra le lacrime. Fra i presenti i vertici locali delle forze dell’ordine, il comandante dei carabinieri del XIII Reggimento Friuli Venezia Giulia, dove il giovane militare prestava servizio e il sindaco di Sonnino. Molte le persone che, nel rispetto delle norme anti-Covid, hanno seguito dall’esterno della chiesa la funzione. Palloncini bianchi, verdi e rossi lasciati volare nel cielo hanno salutato il feretro all’uscita dall’Abbazia. Il corteo funebre, scortato dai carabinieri, ha accompagnato Iacovacci nel suo ultimo viaggio fino al vicino cimitero di Sonnino.

A partecipare ai funerali di Vittorio Iacovacci all’Abbazia di Fossanova circa 200 persone. Tra le autorità presenti il prefetto, il questore di Latina e un delegato del sindaco di Sonnino. Il comandante del XIII Reggimento Friuli Venezia Giulia, il colonnello Saverio Ceglie, ha elogiato le non comuni doti umane e professionali del giovane carabiniere ucciso in Congo. La sua fidanzata, con la quale si sarebbe dovuto sposare in estate, lo ha definito «il suo guerriero».

L’OMELIA DEL VESCOVO. «Questo sacrificio così alto porta un bene che noi non conosciamo e che può perfino suscitare la ribellione di chi come voi – dice il vescovo Crociata rivolto ai familiari di Vittorio Iacovacci nel corso dei funerali – avete subito una lacerazione così profonda sulla carne viva dei vostri affetti e della vostra intima unione familiare. E il bene che porta è il movimento di giustizia e di cambiamento che quel che è avvenuto produrrà nel Paese africano in cui la tragedia si è consumata; è il movimento di ammirazione e di imitazione che il gesto di Vittorio e dei suoi compagni suscita in tutti noi, desiderosi, sì di giustizia e di verità, ma ora con lui desiderosi anche di rendere più splendente il suo esempio e la sua memoria con una vita di servizio e di dedizione agli altri, che solamente dà senso e pienezza anche alla nostra vita».  Il vescovo Mariano Crociata, che sta celebrando le esequie del carabiniere di Sonnino ucciso in Congo insieme all’ambasciatore Luca Attanasio dice ancora: «Tutto questo non ci restituirà Vittorio, ma forse ce lo ridarà in modo diverso e nuovo, quel modo che la fede ci fa conoscere e affida, insegnandoci a leggere nel visibile, e oltre esso, la realtà vera che facciamo fatica a riconoscere, ma che non è altrove o lontano, bensì è dentro ciò che vediamo e viviamo, perché è ciò che a tutto conferisce consistenza e verità».

CAMERA ARDENTE A SONNINO