Sonnino piange Vittorio Iacovacci: “A lui sarà intitolata la caserma dei carabinieri”

24/02/2021 di

Il Comune di Sonnino per rendere omaggio alla memoria di Vittorio Iacovacci vuole intitolargli la caserma dei carabinieri. «Noi oltre ad indire il giorno di lutto cittadino in concomitanza con i funerali, vogliamo chiedere ai vertici dell’Arma di intitolare la caserma dei carabinieri di Sonnino a Vittorio Iacovacci. La decisione finale spetterà all’Arma dei carabinieri, io avanzerò questa proposta ai vertici del comando generale» spiega il sindaco di Sonnino Luciano De Angelis.

IL RICORDO DEL COMANDANTE

«La scomparsa di Vittorio Iacovacci lascia in tutti i militari del Reggimento un vuoto immenso. Era molto amato e stimato da tutti i commilitoni per il grande altruismo che ha sempre dimostrato in questi anni, ma anche per la ferma determinazione e la grande professionalità»: lo ha affermato il Colonnello Saverio Ceglie, Comandante del 13/o Reggimento Fvg di cui faceva parte il carabiniere ucciso ieri in Congo, alle telecamere del Tgr Rai Fvg. «E’ doveroso ricordare anche il suo grande attaccamento al Reggimento e alla bandiera di guerra di questo Reggimento – ha aggiunto – che racchiude la nostra storia e i nostri valori. Le volte che l’ho incontrato in tutte le attività addestrative propedeutiche al suo impiego in missione ha sempre dimostrato ferma determinazione e grande entusiasmo ed è diventato per tutti i colleghi, anche i più giovani, un esempio e un punto di riferimento».

DOVEVA SPOSARSI A GIUGNO

Sarebbe rientrato in Italia tra pochi giorni, dopo i mesi passati in Africa. La casa dove avrebbe vissuto con la fidanzata era già pronta. A giugno era programmato il matrimonio. La vita del carabiniere Vittorio Iacovacci – a soli 30 anni – è finita invece in una foresta del Congo, sotto i colpi di una delle tante bande armate che infestano quel territorio. Morto «nell’adempimento del proprio dovere», come si dice in questi casi, mentre faceva la scorta all’ambasciatore italiano Luca Attanasio.

A piangerlo, nella villetta di Capocroce, frazione di Sonnino (Latina), i genitori e la sorella minore. Mentre il sindaco ha proclamato il lutto cittadino. A Kinshasa dallo scorso settembre, Iacovacci faceva parte dell’aliquota dell’Arma che garantisce la tutela della rappresentanza diplomatica italiana in Congo. Il suo compito – molto delicato in un Paese così instabile – quello di proteggere l’ambasciatore Attanasio nelle sue uscite. Ma l’auto sulla quale i due viaggiavano è finita in un agguato e per loro, come per l’autista, non c’è stato scampo.

Il militare – che in precedenza aveva prestato servizio anche alla Folgore – si arruolato nell’Arma nel 2016 e come primo servizio, nello stesso anno, è stato destinato al 13/o Reggimento Carabinieri ‘Friuli Venezia Giulià con sede a Gorizia. Lì ha svolto diversi corsi di addestramento per le operazioni militari all’estero e nel 2018 anche quello per la sicurezza nelle ambasciate. Nello scorso settembre è partito per la sua prima missione, a Kinshasa. Dalla caserma del ‘Friulì escono molti dei carabinieri impiegati in missioni internazionali e nella tutela di ambasciate a rischio.

«Un uomo votato alla causa e di grande professionalità», lo ricordano i suoi colleghi nella caserma triestina, increduli ed addolorati per la notizia giunta in mattinata. Ed il dolore pervade anche la villa di Capocroce – protetta da un cordone delle forze dell’ordine che tiene lontani stampa e fotografi – che per tutta la giornata è stata meta di un via vai di parenti ed amici passati a sostenere i genitori di Vittorio e la sorella. Mentre anche il fratello, incursore della Marina Militare, è in missione all’estero. «Era un ragazzo indescrivibile, pieno di vita, era orgoglioso di quello che faceva», racconta ai cronisti lo zio Benedetto. «Non sono in grado di parlare per il dolore. Amava la sua fidanzata ed il calcio», dice un altro zio, Marco. Una zia, tra le lacrime, spiega che «era un bravissimo ragazzo. Era fidanzato con una ragazza originaria del Nord che ora vive e lavora qui a Sonnino. Erano una bellissima coppia, avevano già preparato casa e dovevano sposarsi. L’ho visto l’ultima volta a settembre prima che partisse per il Congo».

Iacovacci, pur in servizio a Gorizia e spesso all’estero, era molto legato a Sonnino e quando rientrava da casa non perdeva occasione di passare a fare un saluto ai colleghi Carabinieri della stazione locale. «La comunità di Sonnino è sgomenta per questa giovane e tragica perdita», fa sapere il sindaco Luciano De Angelis. «Era andato a portare la pace – aggiunge – ed è stato ucciso. Ci stringiamo attorno alla famiglia».