Sud Pontino, colpito il clan mafioso specializzato in estorsioni e droga

26/01/2021 di

Violenze e intimidazioni anche attraverso l’uso di armi e ordigni. Un’associazione di stampo mafioso che nel sud Pontino aveva creato un clima di assoggettamento ed omertà tra la popolazione. È quanto accertato da un’indagine dei carabinieri del Comando provinciale di Latina, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha portato all’alba a 19 arresti. Circa 200 i militari impiegati nel blitz, con l’ausilio di elicotteristi e di unità cinofile dell’Arma, hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip di Roma.

Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi comuni da sparo, estorsione, rapina, danneggiamento ed incendio, tutti delitti aggravati dal metodo mafioso. Le indagini avrebbero ricostruito l’attività di un’associazione di tipo mafioso che operava nel sud Pontino e in particolare nel territorio di Castelforte, Santi Cosma e Damiano.

Il gruppo criminale – secondo gli inquirenti – era capeggiato da Antonio Antinozzi che, dopo la scissione del clan Mendico-Riccardi, avrebbe costituito un clan strutturato su base familiare. I motivi della scissione sarebbero legati a una relazione sentimentale, criticata perché in violazione del codice d’onore.

La Dda, che ha coordinato il Nucleo Investigativo di Latina e dalla Compagnia Carabinieri di Formia, ha inoltre accertato l’esistenza di due associazioni dedite al narcotraffico, gestite rispettivamente dalla famiglia Mendico e dalla famiglia Antonizzi.

“Le indagini svolte hanno consentito di accertare che l’associazione- scrive il gip nell’ordinanza – utilizza metodi mafiosi avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, incutendo nelle vittime una condizione di assoggettamento ed omertà”.

“Qua nessuno ti vuole fare un’estorsione… Ma un pensiero lo vuoi portare? Fai un pensiero agli operai..” è una delle intercettazioni citate nell’ordinanza. La dichiarazione risale al 2016 ed è stata rivolta al titolare di una impresa di rimessaggio barche dopo che era stata compiuta un’azione di danneggiamento all’azienda.