VIDEO La storia del territorio. L’antica cisterna romana sotto al ristorante “La Cantina di Ciccillo” a Gaeta

05/09/2020 di

Salvatore Vagnati, proprietario del ristorante “La Cantina di Ciccillo” a Gaeta racconta la scoperta di un’antica cisterna sotterranea a pianta rettangolare, coperta da una volta a botte. Ancora oggi si riempie di acqua piovana proveniente dalle montagne rocciose.

Per utilizzare l’acqua è ancora visibile una parte del pozzo “attingitoio”, con varie aperture a diverse quote, che conduce fino alla sacrestia de Duomo. La tecnica costruttiva permette di ascrivere il manufatto all’antica Roma, assimilandolo alle altre cisterne coeve riscontrate sotto la cattedrale e sotto il museo Diocesano. L’impianto idrico di questa serie di cisterne si assimila alla florida area portuale che insisteva sull’adiacente lido del mare. Non a caso Cicerone scrive portus Caiatae celeberrimus atque plenissimus navium – il porto di Gaeta famosissimo e ricchissimo di navi.

IL VIDEO – INTERVISTA A SALVATORE VAGNATI

IL MURO ANTICO. Il vano costruito nell’alto medioevo, presenta un varco di accesso originario realizzato nel tracciato delle mura ducali, il ”Muro Antico” (sec. VIII), strumento di difesa più arretrato rispetto al “Muro Nuovo”, costruito dal Patrizio Imperiale Giovanni (890 -933), padre di Docibile II, che ampliava il territorio fortificato verso ovest. Del “Muro Nuovo” si rintracciano brani in via Bausan (originali o riassemblati) e nell’adiacente palazzo Arcivescovile (includeva quindi nella fortezza l’attuale Vico Gaetani, esterno alla cantina).

IL TORCHIO. Già nel corso del ducato, Gaeta era nota per la produzione di olive e olio: le olive, una volta passate sotto una grossa macina azionata da un somaro, venivano raccolte su dischi di spago sovrapposti e posti sopra una caschetta in muratura per essere pressati attraverso un torchio azionato da un grosso masso. Dalla premiatura ne deriva acqua e olio che successivamente venivano sepratati. Nella cantina è ancora presente la vasca in muratura impermeabilizzata, il foro nel muro dove inserire l’asse e il masso che doveva spingere verso il basso.

I PROPRIETARI. La famiglia Vagnati, dal 1837, è proprietaria del vano terraneo. Probabilmente Michele Vagnati, originario di Procida, e la moglie Paolina Mastroianni vivevano qui sfruttando l’ambiente come abitazione e come piccolo laboratorio vicino al lido del mare e quindi al porto. Michele era dedito al commercio marittimo di terza classe, quindi di piccolo cabotaggio, per lo più di carbone ed olio. Proprio a Gaeta, nel 1837, nacque Giuseppe, il primo autoctono della famiglia Vagnati.