Coronavirus. Sono 19 i casi confermati a Latina e provincia. Protezione civile attivata

06/03/2020 di

Sono 19 i casi di Coronavirus a Latina e provincia, dieci in più nelle ultime 24 ore. Non tutti sono stati trasferiti allo Spallanzani di Roma, i casi meno gravi vengono gestiti negli ospedali locali o in isolamento domiciliare (un solo paziente al momento).

Da lunedì non sarà più necessario aspettare l’esito dei test da Roma, perché l’ospedale Goretti sarà in grado di gestire i tamponi in autonomia, riducendo il tempo di attesa.

PROTEZIONE CIVILE. Il Sindaco Damiano Coletta ha disposto l’apertura immediata e permanente h24, per la durata di 7 giorni, del Centro Operativo di Protezione Civile Comunale – COC, per lo svolgimento delle funzioni di supporto individuate dalla Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri  in relazione allo stato emergenziale determinato dal diffondersi del virus COVID-19.

In particolare le misure da adottare a livello comunale sono:

  • informazione alla popolazione;

  • attivazione del volontariato locale, in raccordo con i livelli di coordinamento sovraordinati;

  • organizzazione delle azioni di livello comunale, in raccordo con quanto predisposto a livello regionale e provinciale, delle azioni volte ad assicurare la continuità dei servizi essenziali, nonché la raccolta dei rifiuti nelle aree interessate, o che potrebbero essere interessare, da misure urgenti di contenimento;

  • organizzazione delle azioni di livello comunale, in raccordo con quanto predisposto a livello regionale, delle azioni volte ad assicurare la continuità della fornitura dei beni di prima necessità (inclusi i rifornimenti di carburanti) nelle aree interessate, o che potrebbero essere interessate, da misure urgenti di contenimento;

  • pianificazione o eventuale attivazione delle azioni di assistenza alla popolazione dei comuni interessati o che potrebbero essere interessati da misure urgenti di contenimento;

  • pianificazione e organizzazione dei servizi di assistenza a domicilio per le persone in quarantena domiciliare (per es. generi di prima necessità, farmaci, pasti preconfezionati…), eventualmente svolti dalle organizzazioni di volontariato, opportunamente formato e dotati di Dispositivi di Protezione Individuale.

«L’apertura – spiega il Sindaco Coletta – non rientra nella condizione assoluta ma nella discrezionalità. Ho ritenuto opportuno fare questa scelta per garantire in maniera organizzata tutti i supporti necessari per gestire questa fase di emergenza. I cittadini, in generale, stanno rispondendo con intelligenza e senso di responsabilità nel rispettare le precauzioni indicate per contenere il contagio. Mai come in questo momento serve l’apporto di tutti, dalle istituzioni, ai media, al cittadino per superare questa emergenza con la consapevolezza e senza panico. Rinnovo i miei ringraziamenti – conclude il primo cittadino – a tutti i funzionari degli uffici pubblici e a tutti gli operatori sanitari per l’impegno e la professionalità che stanno mettendo a disposizione della comunità».

NEL LAZIO MOLTI SANITARI IN ISOLAMENTO. Alcune decine di sanitari in isolamento domiciliare. È anche questo uno degli effetti dell’avanzata del contagio anche nel Lazio che ha costretto, dopo alcune indagini epidemiologiche a seguito di casi risultati positivi, a porre in sorveglianza domiciliare alcuni sanitari in forze presso ospedali e pronto soccorso della capitale. Gli ospedali interessati per ora sarebbero il Policlinico universitario di Tor Vergata, dove transitò il poliziotto, primo caso positivo nel Lazio stazionando per diverse ore prima di essere dimesso. Personale in sorveglianza domiciliare anche al San Giovanni di Roma dove si è verificato il primo decesso con Covid-19, una donna anziana cardiopatica, che era ricoverata dal 17 gennaio per altre patologie e che è transitata per più reparti: sono stati tracciati i contatti sanitari e anche esterni, ovvero le visite ricevute, e i sospetti sono stati posti in isolamento. Stessa misura per alcuni operatore sanitari del San Filippo Neri dove era arrivato un paziente al pronto soccorso, già in cura presso l’ospedale. Indagine epidemiologica e analoghi provvedimenti alcuni di sanitari dei pronto soccorso del Sant’Anna di Pomezia e di Velletri dove era arrivato un paziente di Cisterna di Latina risultato poi positivo e ora allo Spallanzani. Alcuni operatori del San Camillo si trovano in sorveglianza domiciliari dopo il caso di un chirurgo che si è sentito male dopo essere stato in settimana bianca. Anche in questo caso è stata attivata un’indagine epidemiologica.