Un peluche per aiutare i bambini vittime della guerra, premiata la designer Anne Mérienne

14/12/2019 di

Vive a Latina da qualche anno Anne Mérienne, designer francese di 27 anni, che è stata premiata in Campidoglio al termine del Global Junior Challenge, il concorso internazionale che seleziona i progetti più innovativi che usano le nuove tecnologie per l’educazione e la formazione dei giovani.

Anne ha vinto la sezione Educazione fino ai 10 anni con il progetto POUPI, un peluche ultra tecnologico pensato per i bambini ricoverati in ospedale, vittime delle guerre.

«L’obiettivo – spiega Anne Mérienne – è fornire uno strumento che faciliti la comunicazione tra gli operatori socio-sanitari e i bambini vittime di guerra affetti da disturbo post-traumatico da stress e altre malattie. Secondo le stime di UNAMA basate sulla guerra in Afghanistan, i bambini di età compresa tra i 3 e i 7 anni che sono stati ricoverati in ospedale rappresentano fino al 30% delle vittime totali. In questo contesto, il nostro progetto può fornire un valido strumento da utilizzare nelle prime settimane o mesi durante il ricovero e il recupero».

«Il peluche – continua Anne – viene consegnato a bambini dai 3 ai 7 anni. L’aspetto educativo risiede nell’aumento delle capacità d’interazione e di apprendimento sia del bambino che del personale socio-sanitario in presenza di barriere comunicative. Le zampe di POUPI, munite di magneti integrati al loro interno, potranno essere apposte dal bambino sul petto del peluche dove vi sono dei pittogrammi magnetici rappresentativi dei suoi bisogni principali, come mangiare, bere, giocare, disegnare e altro. In sostanza POUPI è pensato per far sentire il bambino accolto e compreso e per aiutarlo a trovare un nuovo adattamento in situazioni critiche, contribuendo indirettamente a migliorare il suo stato di salute».

Anne si definisce «una Designer sensibile alle tematiche del Design partecipativo, sociale, e dell’Urgenza. Quest’ultima è una specificità che vorrei sviluppare in Italia e che consiste nel creare degli oggetti, servizi o degli spazi utili alle persone in difficoltà. Ho iniziato ad affrontare questi temi con mia tesi di laurea, dove ho allestito degli spazi per gli anziani affetti da demenza senile e Alzheimer e ho continuato ad approfondire il tema con progetti come POUPI, pero questa volta attraverso dei bambini vittime di guerra. Vorrei continuare a orientare i miei progetti progressivamente per il raggiungimento di questo obiettivo. Sono figlia di un educatore e di una fisioterapista e penso che sono stata sensibilizzata in modo tale che alla fine ho sviluppato un approccio “socio-sanitario” al Design, conservando il piacere di sperimentare materiali, forme e concetti. Questi a volte sono prossimi alla ricerca tipica dell’arte plastica, il disegno a mano e la modellazione 3D».

FOTOGALLERY