Latina, centrale nucleare aperta ai visitatori

14/04/2019 di

Le centrali nucleari italiane riaprono per un giorno i loro cancelli per raccontare come era la loro vita prima del referendum del 1987 che le ha bandite. L’iniziativa «Open gate» (‘cancello apertò), che vede la firma di Sogin (la società che si sta occupando del loro smantellamento), ha visto partecipare circa 3mila persone e ha coinvolto le quattro centrali di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Sessa Aurunca, sul fiume Garigliano (Caserta).

Nei tour, della durata di circa due ore, i tecnici hanno fatto ripercorrere i luoghi che rappresentano un pezzo di storia industriale italiana, come le sale controllo dalle quali si governava l’esercizio del reattore tra gli anni Sessanta e Ottanta, e hanno raccontato il lavoro che svolgono ogni giorno per smantellare gli impianti e gestire i rifiuti radioattivi, con l’obiettivo di arrivare a chiudere il ciclo nucleare italiano.

In totale sono accolti poco meno di 3mila visitatori (2.896): 920 a Trino, 800 a Caorso, 756 a Latina e 420 al Garigliano (con 5000 persone che, in totale, hanno chiesto di aderire).

«Quest’evento fa parte di una strategia di Sogin di trasparenza, per far vedere le misure di sicurezza che si prendono per l’ambiente, i lavoratori e il territorio», ha spiegato Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin, a margine dell’iniziativa organizzata a Latina, dove venne realizzato il primo impianto.

Infatti questo entrò in esercizio nel 1964 ed è stato il più grande, per potenza, in Europa (aveva 210 MWe di potenza). In tutta la sua vita era arrivato a produrre 26 miliardi di kWh di energia. Con un reattore di tecnologia britannica a gas grafite Gcr-Magnoz, la centrale di Latina appartiene alla prima generazione di impianti nucleari. Quella di Caorso (Piacenza) è stata la più grande entrata in servizio. Nonostante il breve periodo di lavoro (dal 1981 al 1986) ha prodotto oltre 29 miliardi di kWh. La centrale Enrico Fermi di Trino (Vercelli) è invece l’impianto che nel suo periodo di esercizio aveva raggiunto il miglior standard di rendimento tra quelli italiani. La centrale nucleare Garigliano di Sessa Aurunca (Caserta) è stata invece quella con il primo reattore di tipo Bwr (Boiling Water reactor) a entrare in funzione in Europa.