Migranti, alleanza tra sindaci italiani e spagnoli a sostegno delle Ong. C’è anche Coletta
Il sostegno alle Ong impegnate nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo ma soprattutto un patto per fermare «l’involuzione dei principi fondativi» dell’Europa e «riportare il progetto europeo a galla».
A tre mesi dalle elezioni europee arriva dai sindaci di alcune grandi città italiane e spagnole la sfida alla politica sovranista del blocco dei porti. A siglare in un albergo romano l’alleanza per «salvare l’Europa da se stessa» sono i primi cittadini di Barcellona, Madrid, Saragozza, Valencia, Napoli, Palermo, Siracusa, Milano, Bologna e Latina con il sindaco Damiano Coletta.
Un incontro al quale partecipano anche i rappresentanti di Sea Watch, Proactiva Open Arms e Mediterranea – le tre Ong che hanno dato vita al progetto United4Med – e che arriva a poche ore da un altro appuntamento significativo: l’incontro nella serata di ieri tra papa Francesco, le due prime cittadine di Madrid e Barcellona Manuela Carmena e Ada Colau, e il fondatore di Open Arms Oscar Camps.
Un appuntamento privato reso noto dal Vaticano, che in questi mesi ha più volte criticato le politiche sui migranti del governo italiano. Il Mediterraneo, ricordano i sindaci in una chiamata rivolta ai primi cittadini delle altre città, è la «casa comune di civiltà millenarie» ma sta diventando la «fossa comune di migliaia di giovani».
La chiusura dei porti di Italia e Malta e il blocco delle navi delle Ong «sono esempi pratici di come» non solo migliaia di vite ma anche la stessa «Europa stia naufragando». E «di fronte a questo orrore» la risposta non può essere «la negazione dei diritti umani». Salvare vite, aggiungono i sindaci nell’appello ai loro colleghi, «non è un atto negoziabile e negare la partenza alle navi o rifiutarne l’entrata in porto è un crimine».
Appello al quale il ministro dell’Interno Matteo Salvini risponde con i numeri sugli sbarchi: dall’inizio dell’anno sono arrivati 202 migranti, il 95,73% in meno rispetto ai 4.731 dello stesso periodo dell’anno scorso. Le espulsioni, invece, sono 629, dunque tre volte tanto gli sbarchi, di cui 595 forzate e 34 volontarie. Non è un problema che riguarda una singola città, ragiona Ada Colau.
«Non siamo soli, siamo milioni di persone e siamo pronti a fare tutto il possibile, attraverso azioni istituzionali e giudiziarie, denunciando un blocco che sta violentando i diritti umani». I discorsi basati «sulla paura e sull’odio sono quelli che creano e hanno creato i maggiori problemi, come ci insegna la storia d’Europa»: dunque chi oggi parla «di sicurezza con la paura non fa altro che creare caos».
Ecco perché, dice il sindaco di Barcellona, «è il momento di impegnarsi e difendere la vita e sono sicura che siamo la maggioranza in Europa». Un discorso che trova l’appoggio dei primi cittadini italiani, tutti concordi nel definire la legge Salvini un provvedimento che, nei fatti, «genera insicurezza». «Eversivo – sottolinea il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – è chi viola le dichiarazioni universali dei diritti umani». «Dobbiamo creare una rete parallela e integrata di solidarietà – aggiunge Virginio Merola, primo cittadino di Bologna – L’allarme sicurezza è infondato, sono loro che alimentano la paura e dunque dobbiamo fare atti di disobbedienza costituzionale verso un decreto che è incostituzionale».
Per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris «salvare vite è un dovere, lasciare persone in mare è un crimine». «Vogliono distruggere modelli d’integrazione – dice – e noi lavoriamo per integrare, il decreto sicurezza aumenta l’insicurezza». Le somme dell’incontro le tira Luigi Manconi. L’Alleanza «è un primo passo di un percorso che non nasce dal nulla», è un patto tra «Ong e Comuni che hanno svolto un ruolo attivo nella rete d’accoglienza» e al quale, sperano i promotori, aderiscano più città possibile.
Per sfidare il vento sovranista.