Omicidio Desiree, interrogatori al via. Così è stato bloccato il quarto uomo

27/10/2018 di

È iniziato poco fa, nel carcere di Regina Coeli, l’interrogatorio di convalida per i fermati in relazione all’omicidio e allo stupro di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina, trovata morta una settimana fa in uno stabile abbandonato di via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo, a Roma.

Si tratta di due senegalesi, Mamadou Gara, 27 anni, e Brian Minteh, 43 anni, e di un nigeriano di 46 anni Alinno Chima. Ai fermati vengono contestati i reati di omicidio volontario, violenza sessuale e cessione di stupefacenti. L’atto istruttorio si sta svolgendo davanti al giudice delle indagini preliminari Maria Paola Tomaselli.

IL QUARTO UOMO. Un quarto uomo, il ghanese Yusif Salia, è stato arrestato ieri ed è detenuto nel carcere di Foggia. Salia era andato via da Roma in fretta e furia dopo la morte di Desiree per far perdere le proprie tracce e si apprestava, forse, a lasciare l’Italia. Ma gli investigatori gli stavano dando la caccia da qualche giorno e ieri il giovane ganese, ritenuto il quarto componente del branco responsabile della morte della 16enne di Cisterna di Latina, è stato bloccato nel foggiano.

Yusif Salia, 32enne del Ghana è irregolare sul territorio italiano, come gli altri tre fermati. La polizia lo ha localizzato seguendo le celle telefoniche agganciate dal suo cellulare e lo ha bloccato in una delle baracche che si trovano lungo la cosiddetta “pista” della baraccopoli abusiva che circonda il Cara (Centro richiedenti Asilo politico) di Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia. Il 32enne si era anche tagliato i capelli, forse sperando di non essere riconosciuto. Nella baracca dove si nascondeva è stato trovato un grosso quantitativo di hashish.

«Catturato a Foggia il quarto verme che avrebbe stuprato e portato alla morte Desiree – ha commentato su twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini – Si tratta (guarda caso) di un immigrato clandestino. Per lui, come per gli altri tre, carcere duro e a casa! Ringrazio la procura e le forze dell’ordine per la rapidità e l’efficacia».

Yusif Salia aveva un permesso di soggiorno per motivi umanitari scaduto da quasi 5 anni. Gli era stato, infatti, rilasciato un titolo di soggiorno dalla questura di Napoli il 15 dicembre del 2012 che è scaduto a gennaio 2014. Il 27 marzo scorso Salia era stato accompagnato dalla polizia all’ufficio immigrazione di Roma per essere identificato e in quell’occasione era stato invitato ad andare alla questura di Napoli per regolarizzare la sua posizione.

Il blitz degli agenti delle Squadre Mobili di Roma e Foggia e del commissariato San Lorenzo è scattato nel primo pomeriggio. La polizia ha circondato la baracca. All’arrivo delle forze dell’ordine l’uomo si è barricato all’interno e per entrare è stato necessario sfondare la porta. Quando è stato fermato Salia ha fornito false generalità spacciandosi per un’altra persona. Dopo è scattata un’accurata perquisizione con l’ausilio della polizia scientifica. All’interno della baracca la polizia ha trovato 11 chili di marijuana, una pistola giocattolo, metadone e quasi 200 grammi di hashish. L’uomo, oltre al fermo in concorso con gli altri tre per l’omicidio di Desiree, è stato arrestato su disposizione del pm di Foggia per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli inquirenti stanno ora accertando se ci siano eventuali complici che possano aver aiutato Salia nella breve latitanza.

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