Uno studente pontino nella Nazionale Italiana Hacker

04/10/2018 di

C’è anche un giovane pontino nella nazionale italiana hacker che rappresenterà il nostro paese ai Campionati europei di informatica (Ecsc) che si terranno a Londra dal 14 ottobre.

Christian Cotignola è uno studente del quinto anno dell’istituto tecnico Pacinotti di Fondi (Latina), è appassionato di sicurezza del web e nel tempo libero vede serie tv da nerd. Nella squadra c’è anche Lorenzo, di Genova, frequenta il quinto anno del liceo scientifico, è un informatico autodidatta e quando non studia si esercita come polistrumentista. Qian Matteo Chen è uno studente di Informatica a La Sapienza di Roma, passa i fine settimana facendo gare informatiche e nel tempo libero dorme.

Sono tre dei 10 giovanissimi della nazionale italiana hacker che rappresenterà il nostro paese ai Campionati europei di informatica (Ecsc) che si terranno a Londra dal 14 ottobre.

Una sfida a colpi di crittografia, sicurezza del web e dei sistemi mobile, analisi dei malware, quei virus malevoli che mettono sotto scacco i nostri dispositivi, che vedrà impegnate 17 squadre di altrettanti paesi. Il tutto all’insegna dell’etica. La nazionale italiana è di cyberdefender, cioè hacker che studiano come proteggerci dalle cyber aggressioni. È composta da cinque giovani di categoria junior (15-20 anni) e cinque di categoria senior (20-24 anni).

Il capitano è Giovanni Schiavoni, 22 anni, «tra i più anziani del gruppo», che è stato già precettato da Google per la sede di Zurigo. Come ogni squadra che si rispetti, gli hacker azzurri sono stati in ritiro in questi giorni a Lucca, ospiti della Scuola Imt Alti Studi in cui si sono allenati.

I loro coach, poco più grandi di loro, sono Marco Squarcina, ricercatore alla Cà Foscari di Venezia che a giorni sarà assistent professor al Politecnico di Vienna, da quasi 10 anni si occupa di competizioni di cybersecurity. Emilio Coppa, ricercatore all’Università di Roma La Sapienza, specializzato in tecniche automatiche per l’individuazione di difetti nel software. Lorenzo Veronese, studente della Laurea Magistrale presso l’Università Cà Foscari di Venezia. Gli sponsor della nazionale sono Cybaze e Yoroi.

«Siamo hacker che lavorano nella legalità, siamo bravi e preparati, tutto questo è il frutto del percorso di formazione avanzata sulla sicurezza informatica», spiega Squarcina. «Abbiamo scelto tra 160 ragazzi, li abbiamo selezionati con test di logica e programmazione, vogliamo intercettare le menti più fresche e indirizzarle verso la cyberscurity», aggiunge Coppa. Nel tempo libero e per rilassarsi gli azzurrini scassano lucchetti (metafora dell’hacking), non hanno mai voluto mai fare una pausa durante gli allenamenti sono «fieri di rappresentare il nostro paese». Sono sui social network, ma la metà li usa passivamente, solo per guardare. Usano quasi tutti il sistema operativo Linux.

I ragazzi sfideranno gli altri team europei, nell’arduo compito di risolvere problemi di sicurezza informatica nel contesto della rivoluzione digitale dei nostri tempi che, come l’attualità insegna, sta mettendo a dura prova i nostri dati personali.

Solo pochi giorni fa Facebook ha reso noto un attacco che ha compromesso almeno 50 milioni di profili del social network più usato al mondo.

«Era difficile trovare questa vulnerabilità chi l’ha trovata non è stato etico ma è stato bravo a trovare un ago nel pagliaio», osserva Jacopo, uno dei ragazzi. L’Italia partecipa per la seconda volta a questa sfida europea dopo avere conquistato, lo scorso anno, la medaglia di bronzo nelle competizioni a Malaga, in Spagna. Il compito di formare la nazionale di cyberdefender è stato affidato al Cini, il consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica.

«Stiamo cercando di mettere in piedi una rete di cyber range così gli studenti possono allenarsi e condividere le competenze, è una struttura che non c’è in nessun paese», spiega Paolo Prinetto, presidente del Cini e direttore del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity. Il Cini sta lavorando anche ad una squadra femminile di hacker. Lo scorso anno si sono iscritte alla Cyberchallenge 1900 candidati, il 10% erano donne. Ancora poche.

I campionati europei di sicurezza informatica si svolgono all’interno del National Cyber Security Program, l’iniziativa è supportata dall’Enisa, l’Agenzia Europea per la sicurezza delle reti e dell’Informazione. Alla nazionale italiana hacker sono arrivati gli auguri Roberto Baldoni, vicedirettore generale Dis, il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, in pratica il cyber zar italiano.