Omicidio Buonamano, indagine hi-tech: Gps per seguire gli indagati

03/12/2010 di
fabio-buonamano

di MARCO CUSUMANO *

E’ un’indagine “hi-tech” quella sull’omicidio di Fabio Buonamano, il giovane ucciso il 26 gennaio in via Monte Lupone con tre colpi di pistola. Il sostituto procuratore Marco Giancristofaro, titolare delle indagini, ha voluto raccogliere il maggior numero possibile di elementi a carico dei due accusati: Costantino e Romolo Di Silvio.

Per questo motivo sono state effettuate rilevazioni anche con l’utilizzo di sofisticati sistemi elettronici che, tramite segnale Gps, hanno permesso di tracciare su una mappa gli spostamenti degli indagati e, forse, anche di altre persone coinvolte negli accertamenti. L’inchiesta è molto corposa: undici faldoni che contengono complessivamente circa 6.000 pagine. Dentro ci sono almeno sette consulenze tecniche che spaziano dal settore medico-legale a quello balistico, passando per verifiche sulla polvere da sparo e sul Dna lasciato sulla scena del delitto e repertato dagli agenti della Scientifica. E poi, naturalmente, le intercettazioni. Di ogni genere: da quelle telefoniche e quelle ambientali, fino agli spostamenti rilevati tramite Gps satellitare. Solo le intercettazioni riempiono due degli undici faldoni depositati l’altro ieri insieme all’avviso di conclusione indagini.

Una mole di documenti davvero imponente, che ora sarà analizzata dagli avvocati difensori (Carlo Alberto e Luca Melegari, Alessandro Paletta e Giuseppe Poscia) e dal sostituto procuratore Marco Giancristofaro. Tutti studieranno a fondo le carte per rappresentare al meglio le tesi dell’accusa e della difesa in un processo che probabilmente si terrà in Corte d’Assise, accessibile a tutti, davanti a una giuria popolare oltre che a due giudici togati.

Secondo la Procura gli unici responsabili del delitto sono Costantino Di Silvio, detto “Patatone”, e Giuseppe Di Silvio detto “Romolo”, entrambi detenuti in carcere. L’accusa è detenzione illecita di arma da fuoco e omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e dei motivi abietti. Ma c’è anche l’aggravante della particolare efferatezza dell’omicidio. Nel capo d’imputazione la Procura scrive infatti che i due «hanno agito con crudeltà adoperando sevizie, colpendo Buonamano con tre colpi di pistola e poi trascinandolo per terra con l’autovettura».

* Fonte: Il Messaggero 03-12-2010