SCHEDA/COSA E’ LA MENINGITE: SINTOMI E CAUSE

10/01/2008 di
La meningite è un’infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. L’infezione interessa le membrane e il liquido (liquor cerebrospinale) che scorre nell’intercapedine fra di loro e spesso è secondaria a un processo infettivo banale che interessa le vie respiratorie o l’orecchio (otite). Generalmente l’organismo si difende piuttosto bene da tali agenti infettivi; se questi riescono a superare le difese e a penetrare in profondità, proliferano nel liquido cerebrospinale dando il via a un processo infiammatorio. In questo caso, l’individuo che è stato esposto al contagio può sviluppare la malattia nell’arco di due-dieci giorni.

 
Sintomi

I sintomi della meningite insorgono in genere piuttosto rapidamente, aggravandosi nel giro di poche ore; in casi particolari e meno frequenti, per esempio nelle meningiti da funghi o di origine tubercolare, l’insorgenza è più lenta e il quadro clinico meno evidente. I sintomi comprendono:

  • febbre;
  • forte mal di testa;
  • nausea e vomito;
  • sonnolenza;
  • stato confusionale;
  • rigidità del collo (specialmente posteriore), con forte resistenza al movimento di flessione del
  • capo in avanti;
  • intolleranza alla luce (fotofobia);
  • eruzioni cutanee (nell’infezione da meningococco, specialmente su avambracci, mani e piedi);

All’aggravarsi dei sintomi iniziali, si possono rilevare:

  • convulsioni;
  • piccole, diffuse emorragie sotto la pelle (ematomi sottocutanei);
  • letargia progressiva.

Nei neonati i sintomi possono essere leggermente differenti: il bambino può essere sonnolento o irritabile, con pianto ininterrotto; talvolta la temperatura può essere più bassa del normale e le fontanelle possono presentare un rigonfiamento alla palpazione.

 Cause

Le meningiti possono essere di origine batterica, virale o da funghi (micotica). In linea teorica, qualunque agente infettivo può migrare dalla sua sede originaria di infezione e causare la meningite: tuttavia, la maggior parte dei casi di meningite è di origine batterica. La “porta di ingresso” può essere attraverso la circolazione sanguigna, oppure più direttamente da infezioni delle vie respiratorie, dentarie e otiti. Meningiti fulminanti possono verificarsi come conseguenza di contaminazione dopo chirurgia cerebrale o fratture del cranio.

La diffusione delle diverse forme di meningite varia da un paese all’altro e da una fascia di età all’altra; in Italia le forme prevalenti sono quelle da:

  • Streptococcus pneumoniae (pneumococco), più frequente negli adulti;
  • Meningococco (Neisseria meningitidis), più frequente nei bambini e negli adolescenti;
  • Haemophilus influenzae di tipo B, più frequente nei bambini;
  • Listeria (rara, diffusa in zone di estesa zootecnia e pastorizia, colpisce anche individui immunodepressi, per esempio persone sottoposte a terapie contro il  cancro o contro il rigetto di organi).

Le meningiti da pneumococco e da meningococco  sono in relativo aumento, mentre sono leggermente diminuiti i casi da Haemophilus (che si verifica maggiormente nei bambini fra zero e quattro anni), anche per il progressivo diffondersi della vaccinazione contro questo germe.

Le meningiti causate da funghi sono rare e si verificano generalmente nei pazienti il cui sistema immunitario è per qualche motivo depresso (a causa di farmaci immunosoppressori, come in coloro che hanno subito un trapianto, ovvero negli affetti da HIV) o immaturo (prematuri). I funghi più spesso implicati sono:

  • Criptococco;
  • Istoplasma;
  • Candida.

In rari casi, la meningite può avere una causa non infettiva ma puramente infiammatoria (per esempio qualora sia conseguenza di tumori cerebrali).

 Complicazioni

La meningite è una malattia potenzialmente mortale, che progredisce rapidamente; dall’insorgenza dei sintomi allo shock e alla morte possono passare poche ore. Più precocemente viene identificata e curata, più alta è la possibilità di una remissione pronta e senza conseguenze permanenti.

Conseguenze della meningite possono essere:

  • danni cerebrali;
  • sordità;
  • cecità;
  • problemi di coordinazione motoria;
  • epilessia;
  • difficoltà di apprendimento;
  • difficoltà nell’articolazione del linguaggio;
  • disturbi comportamentali.

(A cura di Giancarlo Bausano – Medicina Preventiva, ASL RM B Roma)