Rifiuti, il duello tra Regione e Rida sulla gestione dell’umido

19/06/2017 di

Oggi Rida Ambiente riaprirà i battenti consentendo la ricezione dei rifiuti e quindi la pulizia delle strade e dei cassonetti ormai colmi di immondizia. “Non si tratta di un nostro passo indietro, semplicemente stiamo rispettando un ordine ma la nostra battaglia legale non finisce qui e sin da ora mi duole ammettere che non possiamo garantire sul processo di smaltimento di rifiuti” commenta l’amministratore di Rida Ambiente Fabio Altissimi. La Provincia e la Regione sono di tutt’altro avviso e grazie all’ordinanza della Provincia è stato possibile ottenere la riapertura dell’impianto di Aprilia.

Prima però c’era stata la nota della Regione Lazio (prot 307303/2017) che diffida la Rida Ambiente nel ricevere il codice Cer 200108, ossia rifiuti biodegradabili di cucine e mense, in gergo tecnico “frazione organica non nobile ossia non priva di polimeri e/o altri inquinanti”. La stessa diffida è ripresa nell’ordinanza della Provincia che obbliga alla riapertura dei cancelli vietando però di ricevere quel tipo di rifiuto. In sostanza Rida non può mischiare l’umido ai rifiuti riciclabili, perché l’umido va usato per produrre compost.

“Facciamo una premessa – prosegue Altissimi – Se Rida non riceverà il Cer 200108 quei rifiuti, che esistono, dove andranno a finire? Al massimo potranno essere destinati allo smaltimento nelle discariche autorizzate in deroga al parametro Doc in violazione della gerarchia europea dei rifiuti oppure, cosa che appare assurda anche solo a pensarla, potranno essere utilizzati per produrre compost, una procedura non conforme e inquinante per suoli e falde”. Quindi c’è una visione opposta sul tema, tra Regione e Rida, ed è questa la causa dell’ultimo contrasto.

Quel tipo di rifiuto è essenziale alla Rida “per produrre secondo il processo già autorizzato con la modifica non sostanziale del 2012 e con l’A.I.A. del 2014. Al fine del normale processo di trattamento, infatti, il Cer 200301 deve essere miscelato con un appropriata quantità di quel rifiuto Cer 200108 (quello vietato dall’ordinanza) che fornisce la quantità di carbonio necessaria a innescare il processo di igienizzazione e asciugatura del rifiuto” sostiene la società in una nota.………………………………………………………………………………………………

“L’ordinanza non tiene conto di tutto ciò e pertanto non è chiaro, a noi e presumibilmente anche a chi ha firmato l’ordinanza, se vista la grave alterazione del normale procedimento di trattamento sarà possibile produrre un rifiuto trattato conforme ai valori limite di legge” spiega ancora Altissimi. Per questo la Rida, fino all’eventuale intervento di provvedimenti della magistratura competente, si sente obbligata a dare esecuzione all’ordinanza ma nello stesso tempo rimanda proprio alla Provincia ogni qualsivoglia responsabilità penale, civile, amministrativa, erariale, ambientale e sanitaria che dovesse derivare dalla produzione di un rifiuto non conforme ai limite di legge, in solido con gli organi regionali, con i comuni conferenti e con ogni altro soggetto pubblico o privato che, pur edotto della eccepita illegittimità, si dovesse avvalere degli effetti dell’ordinanza.