Neuropsichiatria infantile, a Latina è rimasta una sola logopedista per i bambini. Ma nessuno affronta il problema

12/06/2017 di

Neuropsichiatria infantile, un servizio essenziale per aiutare i bambini di Latina con problemi importanti, è sempre più inadeguata alle necessità del territorio. Il servizio ormai è al capolinea visto che il personale è stato ridotto all’osso, addirittura al momento è rimasta una sola logopedista. Una emergenza che resta inascoltata nonostante gli appelli dei genitori dei bambini in cura che rischiano di perdere ogni supporto.

Marina Aramini, consigliere comunale di Latina, torna a denunciare il grave (e ignorato) problema: “Si era già lanciato l’allarme poco tempo fa ma si è stati totalmente inascoltati visto che non sembrano trapelate neanche voci di corridoio su possibili sostituzioni. Che succederà agli alunni degli Istituti Comprensivi seguiti da chi è andato in pensione? Sto parlando di Manuzio Fabiano Giuliano Prampolini. Saranno abbandonati? Il GLH chi li seguirà? Le commissioni di invalidità come potranno funzionare se non c’è personale che risponde alle loro richieste? Le certificazioni e le visite per i bambini i difficoltà che ulteriori tempi biblici avranno? Gli psichiatri da chi saranno supportati per le loro diagnosi? Aggiungo: a ottobre andrà in pensione una fisioterapista e a novembre molto probabilmente altre due! Ma ci si rende conto che si sta parlando di bambini in difficoltà? Tutto ciò è vergognoso”.

Già due mesi fa Marina Aramini aveva sottolineato le enormi difficoltà che vivono i bambini e i loro genitori. “Il piccolo paziente, dopo 4-5 mesi dalla prima prenotazione, una volta chiamato alla prima visita, vive finalmente il suo iter diagnostico per la valutazione che, a seconda dei casi, può durare anche di 3-4 mesi.  Ma alla fine del percorso iniziale potrà sentirsi anche dire “non possiamo procedere alla terapia perché non abbiamo personale” e dovrà essere invitato a proseguire nei centri accreditati. Per ora la terapia si cerca di garantirla per almeno un ciclo (dunque non per tutti i cicli necessari) e solo per i bambini con patologi più gravi e fino a 5 anni di età. E tutti gli altri? Gli altri sfortunati bimbetti si devono rivolgere o ai privati (pagando) o ai 2 centri accreditati ingolfati di richieste e alle prese con gli iter burocratico- finanziari della Regione. Peraltro c’è da dire che i centri accreditati non possono svolgere tutte le azione della ASL (es CIS). I pochissimi operatori della ASL devono svolgere moltissime funzioni oltre alla prima valutazione e alle suddette terapie.

La situazione è a dir poco drammatica già ad oggi. Non vogliamo pensare che entro il 2017 e 2018 chi andrà in pensione non venga nemmeno sostituito (come già accaduto) in tal caso si parlerebbe di un vero e proprio default sulle spalle di bambini che hanno anche problemi serissimi. No, non ci vogliamo credere. Anzi! Vogliamo invece credere che la ASL possa correggere sin da ora questa totale carenza di personale che lede il diritto alla salute di tanti bambini bisognosi di terapie i cui genitori fanno a volte estremi sacrifici per renderlo esercitabile per quello che possono.
Inutile ribadire che tale situazione si ripercuote anche nell’erogazione del servizio istruzione che necessita invece di continua interlocuzione e collaborazione fattive con gli insegnanti compromettendo severamente le possibilità di recupero. E questo è davvero triste! Chiedo ai responsabili della ASL: può essere che non ci sia alcun modo per razionalizzare il servizio o assumere personale? O prevedere anche esternalizzazioni attraverso un bando?”.

LE COMPETENZE.

Il Dipartimento di neuropsichiatria infantile è in particolare responsabile per:

  • le attività assistenziali di ricovero residenziali, semiresidenziali e ambulatoriali nei pazienti dell’età pediatrica;
  • il coordinamento delle attività distrettuali in materia tutela della salute mentale e della riabilitazione in età evolutiva;
  • la valutazione dei casi e la formulazione dei piani individuali di cura nei pazienti di età pediatrica;
  • la verifica dell’efficacia dei trattamenti;
  • l’accesso e la dimissione dei pazienti e la verifica dei relativi piani individuali di cura, sia nelle strutture direttamente gestite dall’Azienda, sia in quelle gestite da soggetti esterni che erogano assistenza in favore di residenti nella di provincia Latina, in forza di specifici accordi o disposizioni a livello aziendale o regionale;
  • il collegamento e la collaborazione con le famiglie e con le diverse istituzioni esterne all’Azienda, con particolare riferimento alla scuola;
  • il coordinamento con il Dipartimento di salute mentale per i problemi della transizione terapeutica dall’adolescenza all’età adulta. (fonte: ASL di Latina)