MANSUTTI: “COSTANZO NON FARA’ MIRACOLI”

04/01/2008 di
Maurizio Mansutti interviene duramente sulla scelta di Maurizio Costanzo come nuovo direttore del teatro di Latina.

 
“Al di là di commenti specifici nel merito della scelta – che pure sono necessari – la designazione di Maurizio Costanzo quale direttore artistico del Teatro Comunale e collaboratore della Giunta per i Grandi Eventi conferma il limitato orizzonte culturale dell’attuale maggioranza e del Sindaco che la guida, i quali, privi di coraggio, si affidano a figure anche di indubbio prestigio personale sperando che miracolisticamente queste colmino i loro vuoti  di idee e di progettualità, che tuttavia restano tali.

 

La Fondazione Teatro doveva vedere, nelle intenzioni della maggioranza,  il concorso di Enti Locali e nazionali, dell’imprenditoria più avanzata, di artisti e risorse per lanciare definitivamente a Latina un percorso culturale di qualità: siamo invece rimasti soli, un altro tra i numerosi buchi nei quali finiscono le già magre risorse comunali, ma nessun progetto di sviluppo, nessuna idea è venuta dalla maggioranza, solo la pessima esperienza di Barbareschi, al quale Zaccheo ha fatto un grosso regalo finanziario – con i soldi dei cittadini  – per cacciarlo dopo averne ricevuto un impietoso atto d’accusa di limitatezza politica e culturale oltre che organizzativa. Contento lui!

 

Ora questa nuova nomina dovrebbe, come d’incanto, risolvere ogni problema. Sia chiaro, abbiamo solo stima ed apprezzamento per chi sa fare bene il suo mestiere, e Maurizio Costanzo riteniamo lo sappia fare egregiamente, anche se qualche recente polemica sulla gestione di altri teatri romani che l’ha investito un po’ ci impensierisce: ma attendiamo di conoscere meglio nei dettagli il suo programma artistico, perché i contenuti sono più importanti.

 

Rammarica tuttavia che i grandi sacrifici sostenuti dai cittadini per costruire a Latina un Teatro che fosse un segno visibile di una città sempre nuova che continua a crescere intorno ad un cardine quale la cultura, le espressioni artistiche, siano stati immiseriti e ridotti a merce di scambio dei bassifondi della politica.

Noi continuiamo ad avere un’altra idea, quella degli spazi anche laboratoriali per professionalità pontine che già ci danno lustro, accanto ai molti artisti che vogliono sperimentare, cimentarsi, mettersi alla prova e mettere la città alla prova della ricerca  di una propria originalità dalle radici articolate ma profonde. Così il progetto di una Casa della Musica, di nostri spazi museali e bibliotecari – per favore, facciamo un discorso serio sulla Stirling! – che non ci rassegniamo ad abbandonare, costituirebbero, con un Teatro meno paludato e più aperto, un polo della cultura prestigioso per una città giovane che deve continuare a crescere.

 

Un’ultima annotazione è doverosa.

Non restiamo impressionati né dal telegramma di auguri del Presidente Marrazzo a Costanzo né dalla possibile nomina di artisti pontini illustri nella cordata artistica della Fondazione. Nel primo caso perché una politica culturale seria non si costruisce con le amicizie personali né con le pacche sulle spalle, nel secondo perché le rondini, anche se amiche, non fanno la primavera: o c’è un progetto complessivo o tutto resta confinato in una sorta di bassa cucina che di certo questi  amici non meritano”.