Impianti sportivi, si pensa ad un nuovo regolamento per l’utilizzo delle strutture comunali

18/01/2017 di

Lo scontro è rimandato, ma le posizioni appaiono ancora abbastanza distanti. Quella degli impianti sportivi di proprietà del comune affidati in gestione è una questione che ha infiammato le ultime battute politiche a Latina. Da un lato la giunta Coletta che intende tirare una riga su una presunta prassi clientelare – e debilitante per le casse comunali – che avrebbe accompagnato gli affidamenti in questi ultimi anni; dall’altro associazioni e società dilettantistiche, forti delle convenzioni stipulate nel 2010, oggetto dell’intervento dell’opposizione che, con una nota congiunta, ha fatto quadrato contro le mosse di Lbc.

Una prima resa dei conti è andata in scena ieri sera in aula consiliare, dove Damiano Coletta, scortato dagli assessori al Patrimonio e allo Sport, Giulio Capirci e Antonella di Muro, e dal presidente della Commissione Sport Fabio D’achille assieme ad altri consiglieri, ha ricevuto i gestori per fare il punto sulla situazione.  “Si sono fatte tante chiacchiere, qualcuno ci ha anche speculato un po’ sopra”, le parole al vetriolo con le quali il primo cittadino cui ha aperto le danze di un confronto – “da spogliatoio”, lo ha definito –  in cui si è potuto fare chiarezza (ma non troppa) su alcune zone d’ombra della vicenda.

(Da sinistra verso destra: Damiano Coletta, Giulio Capirci, Antonella Di Muro, Fabio D’Achille)

Il doppio filo clientelare tra gestori e politica. La denuncia delle “stranezze” sulle convenzioni e sui metodi di assegnazione era partita dall’universo Lbc già questa estate, quando era stata avanzata una manifestazione d’interesse finalizzata ad una riformulazione dello status quo, quindi degli affidamenti in gestione.  “Non trovo giusto che una società x usufruisca di una struttura a discapito di una società y, solo perché magari porta voti ad un certo consigliere. Storie abbastanza usuali in un profilo di cattiva politica”: è il dipinto fornito da Coletta in aula consiliare riguardo i meccanismi che avrebbero monopolizzato la gestione degli impianti. “È ora di uscire da queste logiche”.

La miccia che ha innescato la querelle. Sullo stesso tracciato di tali dichiarazioni si colloca la lettera, firmata dal dirigente al Patrimonio dell’ente, inviata lo scorso 7 dicembre alle società sportive. Due le richieste inserite in quella missiva che aveva fatto saltare dalla sedia i gestori: il pagamento del canone di utilizzazione delle strutture per l’anno 2016 ed una rendicontazione delle annualità precedenti, quindi una reportistica sullo stato dei luoghi. In altre parole spese di manutenzione, ma anche “modifiche e migliore degli impianti”. A tale richiesta hanno risposto le opposizioni, compattate in un documento che puntava il dito contro la mossa della maggioranza. “Le regole sono indispensabili per far funzionare al meglio una macchina così complessa come è quella di un’amministrazione locale – si legge nella nota – , e tutti sono concordi che gli impianti sportivi, per queste realtà, debbano essere concessi senza oneri a carico del Comune, ma spesso le regole vanno applicate più con il cuore che con la calcolatrice. “ Il nodo della questione risiede nel monte spese/contributi che risulta poco chiaro, ma comunque tuttora regolamentato da convenzioni del 2010 in proroga.

Il regolamento della discordia. Già, perché tutte le convenzioni degli impianti sportivi, soprattutto campi da calcio e annesse strutture, stipulate 7 anni fa non prevedono un vero e proprio canone, se non per un contributo pari al 5% degli eventuali utili derivanti da pubblicità. Ed è proprio tale prescrizione che le forze di opposizione chiedono di far rispettare. Istanza legittima, ma c’è anche un altro lato della medaglia: a luglio 2010, l’allora commissario prefettizio Guido Nardone approvò con poteri di giunta un regolamento per la gestione e l’uso di impianti sportivi di proprietà comunale che metteva nero su bianco una tariffazione a carico delle società. Non solo, andava ad istituire un obbligo di rendicontazione sulla base del quale sarebbero stati versati dei contributi da parte dell’ente. “Contributi che in alcun casi sono stati più alti di quanto previsto – ha messo in chiaro Capirci –  facenti riferimento, da quello che ho capito, ad una vecchia delibera del 2001”. Se il regolamento prevedeva 2500 euro da versare alle società sportive in caso di sussistenze delle condizione prescritte, in molti casi, in virtù della delibera citata dall’assessore al Bilancio e Patrimonio, l’ammontare si attestava sui 4.400 euro. Ma c’è chi come Mauro Bruno – presidente della SD Insieme Latina Baseball (unica delle poche società non in proroga) e candidato con Cuori Italiani alle scorse amministrative – pone dei dubbi sulla legittimità proprio sulla delibera di giunta 77/2010 con cui è stato approvato il regolamento utilizzato come arma dall’amministrazione per far quadrare i conti. Un atto amministrativo che il commissario avrebbe dovuto varare con poteri di Consiglio Comunale e non di Giunta. Ma questo secondo Coletta non ne precluderebbe l’efficacia.

“C’è chi ha pagato e chi no”. E propria sulla base delle prescrizioni contenute nel regolamento Nardone, c’è chi in questi anni ha versato nelle casse del Comune il corrispettivo previsto. Ma anche chi non ha sborsato un becco di un quattrino, o comunque non quanto dovuto. “Abbiamo avuto molte difficoltà a trovare le carte – ha confessato Coletta – Ma c’è chi in questi anni ha pagato delle somme e chi no”. Ma dai banchi dell’aula presieduti in via straordinaria dai gestori, si leva una contro-denuncia: solamente su alcune società sarebbero state avanzate delle pressioni riguardo il pagamento della tariffa prevista. Stesso discorso per i contributi che l’ente avrebbe dovuto erogare: un privilegio che sarebbe stato ad appannaggio di una fetta elitaria dell’universo sportivo latinense.

(I gestori degli impianti sportivi di proprietà del Comune in aula consiliare)

Ma il regolamento c’è e va applicato. Resta il fatto che è il trasversalmente criticato documento emanato da Guido Nardone a dettare le regole sugli impianti sportivi. E l’amministrazione intende farlo rispettare nella more dell’approvazione di un nuovo regolamento. “Se un regolamento non va bene va cambiato, hanno avuto diversi anni per farlo”, la velata stoccata di Coletta alle forze di opposizione che invece, dal canto loro, vorrebbero bypassare la delibera 77/2010, posteriore alla maggior parte delle convenzioni e quindi, secondo gli esponenti della minoranza a Piazza del Popolo, non applicabile a queste ultime.

Le basi per un aggiornamento . “Noi il regolamento lo prendiamo di petto: non ci piace e lo cambiamo”, è stato l’annuncio del sindaco. La manifestazione di interesse della scorsa estate è stato il primo tassello in direzione di nuove regole che consentano una gestione delle strutture in base ad un “principio di equità”. Si pensa ad affidamenti quadriennali che permetterebbero ai gestori di ragionare in un’ottica di investimento. La manutenzione sarà inoltre trasferita alle stesse società, che potranno così intervenire laddove si verifichino delle carenze da parte del Comune in termini di contribuzione. I riflettori saranno infine puntati sul rapporto struttura/tariffa: le somme che le società dovranno corrispondere al Comune saranno congrue alla struttura in gestione. “Siamo tutti per lo sport, ma anche per il rispetto delle rogole”, ha scandito il sindaco.

“Patti chiari, amicizia lunga”. Caprici rassicura i presenti sul fatto che da Piazza del Popolo si andrà avanti con la stipula di convenzioni con i privati per l’utilizzo degli impianti sportivi, ma bisogna prendere atto che questi ultimi debbano offrire un contributo economico. “È inutile che ci nascondiamo – ha ammesso invece Coletta – magari l’amministrazione potesse destinare 100 mila alla promozione dello sport. Ora questo non è possibile”. Il sindaco, come già annunciato in più occasioni, giustifica tale chiusura dei rubinetti per la necessità di riportare la città in uno “stato di manutenzione ordinaria”, obiettivo su cui sarà veicolata la gran parte delle risorse dell’ente. Allo stato dei fatti, la questione è dunque temporaneamente congelata fino al prossimo passo dell’amministrazione ma intanto il dibattito potrebbe spostarsi nella sede della Commissione Bilancio e Patrimonio, la cui convocazione è stata chiesta a gran voce dalla consigliera Pd Nicoletta Zuliani. Nuovi sviluppi dovrebbero arrivare anche sul fronte delle società che hanno in uso gli impianti Palazzetto dello Sport, per cui è stato pensato un confronto ad hoc ancora da calendarizzare.