Da oggi il test sull’Aids si acquista in farmacia

01/12/2016 di
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Arriva anche in Italia il test per l’autodiagnosi dell’Hiv. Da oggi sarà possibile comprarlo in farmacia senza ricetta per poi eseguirlo a casa con la risposta in 15 minuti. La novità è stata presentata oggi alla Camera proprio alla vigilia del World Aids Day. Il test costerà 20 euro, e verrà consegnato solo ai maggiorenni dal farmacista insieme a materiale informativo sulla malattia.

La rete delle farmacie è perfetta – afferma Riccardo Berno dirigente di Federfarma – per ‘catturarè tutte quelle persone che sono sieropositive ma non sanno di esserlo, e oltre a non curarsi continuano quindi a contagiare gli altri. Proprio ieri l’Oms aveva ribadito l’importanza dell’autotest. I farmacisti che vorranno ordinare i test, distribuiti da pochi mesi anche in Francia, dovranno prima seguire un corso di formazione online su come rapportarsi al paziente. Grazie a test e nuovi farmaci l’Aids non è più una condanna a morte, e decenni di campagne e testimonial famosi dovrebbero aver allontanato anche il tabù della malattia, eppure un numero enorme di persone, anche nella ‘avanzatà Europa, porta in giro il virus senza saperlo.

L’allarme, alla vigilia del World Aids Day è dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui bisogna colmare questo gap per riuscire a mettere sotto controllo la malattia entro il 2030 come promesso dagli ‘obiettivi di sviluppò. Solo in Europa, afferma il Centro di Controllo delle malattie (Ecdc), ci sono almeno 122mila persone sieropositive che non sanno di esserlo, circa uno su sette del totale degli infetti. Lo stesso problema riguarda il 40% di tutti i sieropositivi del mondo, oltre 13 milioni di persone. Secondo il rapporto, che si riferisce ai 31 paesi dell’Ue e dell’Area Economica Allargata, nel 2015 ci sono state 30mila nuove notifiche di casi, un numero in linea con gli anni precedenti, mentre il tempo stimato fra l’infezione e la diagnosi è altissimo, circa quattro anni, con metà dei pazienti che scopre di essere sieropositivo quando l’infezione è in fase avanzata. Il 42% delle nuove diagnosi riguarda uomini che hanno fatto sesso con uomini, mentre i rapporti eterosessuali seguono con il 32% e l’uso di siringhe infette è responsabile nel 4% dei casi.

Per l’Italia le stime dell’Istituto Superiore di Sanità parlano di un leggero calo delle nuove diagnosi di hiv, che nel 2015 sono state 3.444, con un’incidenza di 5,7 nuovi casi ogni 100mila residenti, un dato che pone l’Italia al tredicesimo posto in Europa. «Milioni di persone convivono con questa malattia – ha detto oggi il Papa – e solo la metà di essi ha accesso a terapie salvavita. Invito a pregare per loro e per i loro cari e a promuovere la solidarietà perché anche i più poveri possano beneficiare di diagnosi e cure adeguate. Faccio appello infine affinché tutti adottino comportamenti responsabili per prevenire un’ulteriore diffusione di questa malattia».

I DATI. L’AIDS rimane una delle cause principali di morte fra gli adolescenti: nel 2015 ha causato 41.000 vittime fra i ragazzi tra i 10 e i 19 anni, secondo il settimo rapporto sui bambini e l’AIDS For Every Child: End AIDS.

Il mondo «ha fatto enormi progressi per porre fine all’AIDS, ma la battaglia è ancora lontana dall’essere conclusa, soprattutto per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti», ha dichiarato il direttore generale UNICEF Anthony Lake. Nel rapporto viene sottolineato che sono stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno infantile dell’HIV. Nel mondo, fra il 2000 e il 2015, sono stati evitati 1,6 milioni di nuovi contagi fra i bambini. Nel 2015 sono state colpite 1,1 milioni di persone fra bambini, adolescenti e donne.

I bambini fra 0 e 4 anni che convivono con l’HIV, rispetto a tutti gli altri gruppi di età, avverte l’Unicef, vanno incontro ai maggiori rischi di morte causata dall’AIDS, e questi casi sono spesso diagnosticati e curati troppo tardi. Solo alla metà dei bambini nati da madri sieropositive viene effettuato un test per l’HIV nei primi due mesi di vita, e in Africa Subsahariana l’età media dei bambini, che cominciano a ricevere cure e ai quali le madri hanno trasmesso il virus dell’HIV, è di circa 4 anni. Nel 2015 nel mondo erano circa 2 milioni gli adolescenti fra i 10 e i 19 anni che convivevano con l’HIV. Nell’Africa Subsahariana, la regione maggiormente colpita, 3 nuovi casi su 4 registrati fra gli adolescenti dai 15 ai 19 anni hanno colpito le ragazze.